Il capotreno Marco Crudo: “Quando multo un immigrato mi applaudono”

L’attivista Marco Crudo torna a parlare di diritti, questa volta non degli Lgtb ma degli immigrati. Da circa due anni, il capotreno dichiaratamente gay porta avanti sui social la sua battaglia per denunciare le differenze sociali. 

Marco Crudo se multo immigrato applaudono - Leggilo

Marco Crudo, capotreno per Trenord ed attivista, torna a parlare di diritti, questa volta non degli Lgtb – Lesbiche, gay, trans e bisessuali – ma degli immigrati. “Sono Marco, sono il tuo capotreno, sono gay e chiedo uguali diritti”, così cominciò due anni fa sulla sua pagina Facebook una campagna di sensibilizzazione contro le discriminazioni sessuali. Questa volta, il raggio d’azione sembra essersi allargato. Tre giorni fa, Marco si trovava su un treno diretto a Pavia, da Milano, ed ha multato una donna quando un signore di fianco gli ha detto: “Agli extracomunitari non fate niente?”. Al che, la signora l’ha zittito: “Ho sbagliato io a non avere il biglietto, non tiriamo in ballo queste cose”. 

Il ragazzo ha parlato di quanto accaduto in un video, diventato virale in pochissimo tempo. Marco sembra voler denunciare il clima di razzismo che percepisce quotidianamente tra i passeggeri. “Io faccio il capotreno per il trasporto regionale in Lombardia e mi capita ormai ogni giorno la stessa identica situazione: ogni volta che multo una persona che parla italiano ed è bianco, si alzano cori di avvocati difensori a dire ‘ma gli extracomunitari li fate viaggiare gratis?’”.


«Le stesse persone che si arrabbiano se faccio la multa a quella povera ragazza che non ha fatto in tempo a fare il biglietto, vengono a darti la mano se la multa da 50 euro la fai ad uno che non parla italiano e non è bianco. Io ad argomentazioni razziste non rispondo, Tanto il clima è orribile, che un mese fa, dopo aver multato un nordafricano una signora è venuta da me e mi ha dato del razzista perché avevo fatto la multa ad una persona di pelle scura», continua il capotreno nel filmato. Il razzismo sembra ormai essere diventata un’ossessione e ci si sforza di vederlo ovunque. Anche quando non c’è. E, guarda caso, va di pari passo con la lotta all’omofobia e alle discriminazioni sessuali. Due ambiti distinti  che si trovano d’accordo sotto il comune denominatore di politically correct.

Fonte: Facebook Marco Crudo

 

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