Italia in ripresa, lavoro in aumento: ma per Mattarella non basta

Dei discorsi del Presidente Sergio Mattarella potremmo anche farne a meno, volendo, eppure ad ogni occasione tocca subire le sue prediche in stile profeta, come era già accaduto in occasione dell’inizio del nuovo anno. In occasione del Primo Maggio, il Presidente ha parlato direttamente dalle stanze del Quirinale esprimendosi sulla Festa dei Lavoratori.

 

“Senza lavoro rimane incompiuto il diritto stesso di cittadinanza, la dignità dell’individuo ne rimane mortificata, la solidarietà sociale e la stessa possibilità di sviluppo della società ne rimangono compromesse”, ha cominciato così il Presidente Sergio Mattarella il suo discorso in occasione della Festa dei Lavoratori, direttamente dal Quirinale. “Vanno approntati strumenti adeguati per guidare il cambiamento a favore della società, compresa la leva fiscale, visto che le tasse sui redditi da lavoro in Italia sono tra le più alte dei Paesi sviluppati”. Bisognerebbe quindi rafforzare la fiducia degli investitori, tutelare il risparmio degli italiani e mantenere programmi di spesa e finanziamento realistici per sanare il debito pubblico. 

Infatti, nonostante i dati Istat parlino di un pil in aumento al +0,2%, con una conseguente crescita dell’occupazione e di un calo della disoccupazione, per Mattarella questo non è abbastanza. E invece di spendere una parola positiva per un dato che segna un risultato positivo raggiunto dal Governo giallo-verde, il Presidente ha preferito mettere in evidenza gli aspetti negativi, come riportato dall’Agensir. Quindi no, “il tasso di occupazione è un segno positivo ma non ci soddisfa, in quanto il lavoro è carente in larghe aree del Paese. E le conseguenze di questa condizione sono gravi”, ha detto Mattarella. E anche sull’occupazione delle donne – in aumento, secondo l’Istat – Mattarella non si sbilancia e anzi parla di un dato insufficiente e di un’esistente penalizzazione del sesso femminile in termini di posti di lavoro, differenza salariale, possibilità di carriera. 

La nostra Costituzione riconosce il lavoro come bene sociale e impone alle istituzioni di compiere ogni sforzo per ampliare le opportunità occupazionali, per rimuovere le cause degli squilibri tra territorio, per accrescere le conoscenze, gli investimenti necessari a uno sviluppo sostenibile“, ha continuato parlando di un dovere pubblico a cui non ci si può sottrarre. E che la piena occupazione resti una sfida costante, un obiettivo a cui tendere, lo sa bene il Vicepremier Luigi Di Maio che, di fatto, non si può dire non stia facendo qualcosa in termini di sforzo e di risultati al riguardo. “Il lavoro è la priorità del nostro governo ed è la vera emergenza del nostro Paese. Il nostro sforzo principale è creare lavoro stabile. Nei prossimi mesi lavoreremo al taglio del cuneo, in vista della prossima legge di bilancio”, ha detto il pentastellato dal Quirinale, come riportato dall’Ansa. I risultati positivi, che hanno tirato fuori l’Italia dalla recessione, sono un punto di rilancio dell’attività del grillino, dopo alcune mosse sbagliate – quale quella legata al “Salva-Raggi”- che hanno ceduto il passo al Vicepremier Matteo Salvini. 

Chiara Feleppa

Fonte: Agensir, Ansa

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