Mimmo Lucano torna a casa: “Salvini ha paura di farsi processare, io no”

Mimmo Lucano, Sindaco di Riace, dopo la decisione della Corte di Cassazione, ha attaccato il Vicepremier Matteo Salvini, reo di non essersi fatto processare in quanto avrebbe avuto da temere. 

Riace, riabilitato Mimmo Lucano - Leggilo

Mimmo Lucano, Sindaco di Riace, ha avuto via libera di far rientro a casa, dopo la decisione della Corte di Cassazione che si è espressa in merito alla misura cautelare del divieto di dimora a Riace, disposta al Tribunale delle libertà di Reggio Calabria. Secondo la Cassazione, infatti, non ci sarebbe stata alcuna truffa, alcun atto illecito da parte del Sindaco lucano, tanto che l’impianto accusatorio, messo insieme dalla Procura di Locri, è piano piano stato smontato. Il Primo Cittadino è stato accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e presunti illeciti nell’affidamento degli appalti per la differenziata. Per questo, è finito ai domiciliari ed è stato allontanato dalla sua Riace.

L’esilio è ora finito, mentre lunedì scorso è iniziata l’udienza preliminare che dovrà stabilire se ci sono elementi a sufficienza per mandare il Sindaco e altri 29 indagati a giudizio, eppure, a detta della Suprema Corte gli elementi a suo carico, specie nella gestione dei rifiuti, non sussistono in quanto l’appalto è stato affidato in modo assolutamente regolare, come riportato da La Stampa. Infatti, la decisione di affidare l’appalto alle due cooperative sociali sarebbe a norma e non ci sarebbero state, sostiene la Cassazione, altre imprese sul territorio che avrebbero potuto svolgere quel lavoro, “tenuto conto della conformazione del centro storico del Comune interessato e delle specifiche caratteristiche del servizio”.

Per la Corte non basta “il generico riferimento alla presenza di interferenze od opacità”, in quanto le argomentazioni a sostegno dell’irregolarità dell’appalto sono “contraddittorie” e “illogicamente formulate”. Il Sindaco, in sostanza, avrebbe agito per criteri umanitari con una procedura regolare.

Una decisione che Mimmo Lucano, per il quale si era mossa un’intera città, con il sostegno dell’ex Presidente della Camera Laura Boldrini, ha commentato la vicenda che lo vede coinvolto e non si è risparmiato dal criticare, per l’ennesima volta, il Vicepremier Matteo Salvini, come riportato da Fanpage. “Il Viminale si è costituito parte civile contro di noi”, spiega Lucano, “Ma io mi difendo nel processo, non dal processo. Io sono ultimo, una persona debole che non ha nessuno, mentre lui che è così forte ha avuto paura di farsi processare. Con i 5 Stelle rappresenta il potere e si permette queste scelte”. Quella di Lucano, sostiene, è stata una decisione per aiutare gli ultimi del mondo, quelli messi ai margini. “Il mio era solo un intento umanitario e rifarei tutto quello che ho fatto. I valori del Cristianesimo sono antitetici a quelli che rappresenta l’attuale ministro dell’Interno. Un cristiano non può votare per Salvini”. 

Arrivata la replica del Ministro dell’Interno: “Non ho paura, avrò altri processi da affrontare. Se avessi paura non farei il Ministro dell’Interno”, replica Salvini. “Per me ha deciso il Senato, quindi il Popolo italiano, non sono un Sindaco che fattura sull’immigrazione. C’erano decine di irregolarità commesse. Ma quello di Riace è un modello di sviluppo sbagliato”.

Fonti: La Stampa, Fanpage

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