Primarie del PD, 300mila elettori in meno. Zingaretti: “Questo è il Governo dell’odio”

Questo Governo come unica ricetta ai problemi degli italiani offre l’odio, offre la divisione. Chi indicherà la strada all’Italia saranno i Demcratici

Ha parlato così Nicola Zingaretti oggi, poco prima di votare per le Primare del PD che lo hanno visto vincitore, secondo le stime, con circa il 60% delle preferenze, come riportato da Il Corriere della Sera. Dichiarazioni nel segno della continuità: nessuna autocritica, con l’Italia divisa come sempre – e a dispetto delle parole – in buoni e cattivi, con il Dem nel ruolo dei buoni. Ricordiamo un pregevole scatto di Nicola Zingaretti accanto alla  Monica Cirinnà, storica sostenitrice delle Unioni Civili e prima firmataria di una legge che ne tutela i diritti – o le pretese, a seconda dei punti di vista.

Lo scatto è di pochi mesi fa. E’ lo stesso Zingaretti che oggi punta il dito contro gli odi e le divisioni, attribuendole agli “altri”. Non è facile contraddirsi tre volte in una sola frase. Il neo Segretario c’è riuscito prima ancora di diventarlo. Non male come inzio.

Ma il grande bluff di oggi è stato il dato dell’affluenza, venduto come un successo, quando è l’ennsimo fallimento. Meno vistoso di altri e ben camuffato dal Partito Democratico. Il trucco è semplice ma il mainstream, smanioso di celebrare un’inversione di tendenza inesistente, non guarderà tanto per il sottile. Il PD sull’affluenza ha l’accortezza di abbassare il tiro: afferma che si attende 1 milione di votanti, ben 800 mila in meno rispetto alle Primarie del 2017. Una previsione miserevole che viene – ovviamente – superata. I votanti risultano un milione e 500mila, ancora un calo, l’ennesimo, rispetto a due anni fa, e non di poco conto: almeno 300 mila elettori in meno. Ma non viene evidenziato il persistere un trend negativo. Si omette il dato e si sottolinea l’altro, l’aver superato le previsioni. Ma va bene anche così, in tempi di vacche magrissime.

A conti fattil Nicola Zingaretti con il 60% di preferenze diventa Segretario con meno di un milione di voti, all’incirca la popolazione di una città come Torino. Ad essere fiscali, bisognerebbe sottrarre a questo nuemto  minorenni gli extracomunitari e i comunitari non italiani residenti all’estero o temporaneamente all’estero ammessi al voto per le Primarie. E allora i dati sarebbero un po’ diversi. Ecco, con con questi 800 mila voti,  forse meno, una verapropria éliteZingaretti vorrebbe decidere la politica ed il destino di oltre 60 milioni di italiani. Forse capiamo perchè il PD, con iscritti in costante calo da oltre quindici anni, pronuncia a fatica la parola “Italia” e con ancora più fatica “italiani” e dice di odiare i “populisti” e quindi – implicitamente – anche il “popolo”. La volpe e l’uva, insomma. Ma la sortita del nuovo Segretario su “odio e divisioni” non è sembrata propriamente una trovata astuta. Auguri al PD, comunque. Fatto fuori Marco Minniti – il più abile, l’unico capace di invertire la tendenza – c’era ben poco da scegliere, in realtà.

Fonte: Il Corriere della Sera

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