Primarie del PD: minorenni ed extracomunitari votano il partito che vuole l’Europa

Primarie del Partito Democratico: due milioni e 800mila elettori nel 2013, un milione in meno nel 2017. Nei quattro anni trascorsi tra i due apputamenti elettorali si è consumata l’era Renzi. Ora il PD tenta la risalita, ma la tanto auspicata folla che corre a votare sembra difficlle possibile possa realizzarsi.

Oggi è il giorno della verità per i tre candidati alla guida del Partito Democratico: Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti avversari ma uniti nel ribadire una linea politica di accordo e collaborazione con l’Europa, come riportato dall’Ansa.

Primarie del PD: minorenni ed extracomunitari - Leggilo

Un sondaggio realizzato da Demopolis spegne gli entusiasmi che si erano accesi per “la vittoria PD in Sardegna”. Vittoria che non c’è stata. Si è sottolineato il vistoso calo dei 5 Stelle rispetto alle elezioni politiche del 4 Marzo scorso, certo, trascurando tutavia che il PD è sceso al 13per cento dopo aver governato la Sardegna mentre il M5S entrava in una Regione dove non aveva consiglieri.

Agli intervistati è stato chiesto se stanno seguendo il dibattito sulle Primarie. La stragrande maggioranza, il 63% degli intervistati ha risposto di no. Si è detto interessato solamente il 10%. Il  27% ha ammesso di aver seguito il dibattito in maniera superficiale. Alla domanda se avrebbero votato alle Primarie ha risposto negativamente  il 76%. Il sì certo ha riguardato il 13%: sono circa 800mila elettori. Indeciso l’11%, corrispondente a circa 700mila elettori. Se tutti gli indecisi andassero ad eleggere il Segretario, dunque, a votare sarebbero 1 milione e 500 mila elettori. Un’ulteriore flessione, a conti fatti.

Le Primarie furono indette per la prima volta nel 2005 per indicare il candidato alla presidenza del Consiglio: vince Romano Prodi e vanno a votare 4 milioni e 300 mila elettori. Nel 2007 fu la volta di scegliere il primo Segretario Dem. A vincere fu Walter Veltroni e votarono in 3 milioni e 500mila. Nel 2009 la vittoria fu di Pieluig Bersani e si espressero in totale 3 milioni e 100mila elettori.  Altre primarie, nel 2013: Matteo Renzi vince ma a votare furono solo 2 milioni e 800mila elettori. Un disastro nel 2017: vince ancora Matteo ma ai gazebo votano solo un milione e 800mila persone.

A giudicare dai numeri bene ha fatto il PD ad aprire a minorenni ed extracomunitari e a comunitari non italiani residenti all’estero o temporaneamente all’estero e, va bene sì, anche gli iscritti al PD. Un bluff, certo, fatto passare per “democrazia” –  mentre si dice peste e corna della piattaforma Rousseau – anche per nascondere un crollo che sarebbe ancora più verticale. Si ricordano polemiche nel 2016 per i cinesi in fila alle Primarie di Milano che doveva decidere il candidato sindaco Dem per la città. Il Presidente  presidente di seggio della sezione Lama a Milano rilevò: “Una partecipazione cinese inaspettata alle primarie del centrosinistra di Milano e una serie di operazioni sospette: non capiscono e non sanno leggere l’italiano e aprono la scheda per sapere dov’è il nome. Il sospetto che non ci fosse questa consapevolezza di cittadini che sanno cosa stanno facendo io l’ho maturato“.

Nel 2017 una polemica simile scoppiò per le Primarie che sancirono il successo di Matteo Renzi. Un migrante ospite nel centro di accoglienza San Vito di Ercolano, intervistato da un giornalista di FanPage  dichiarava ingenuamente: “Quelli del centro ci hanno detto di andare a votare, nessuno di noi sapeva perché. Ci hanno portati al seggio con l’auto del centro di accoglienza, un po’ per volta. Ha votato una sessantina di noi. Hanno detto che per noi migranti era importante votare”.

Il ragazzo aggiunse: “Io l’ho fatto perché ho sperato che mi aiutasse a ottenere il permesso di soggiorno“. Il ragazzo dichiarò di avere ricevuto indicazioni precise su come esprimere la propria preferenza: “Ci hanno detto di andare a votare per la terza persona sulla scheda e ci hanno dato i documenti e i due euro”. La terza persona sulla scheda si si chiamava Matteo Renzi. Tutte cattiverie certo, meglio parlar male di Rousseau.

D’altro canto ora le casse del PD sono vuote, è meglio insistere con i migranti. Molti soldi sono volati via per inziative come il treno di Renzi costato 400 mila euro quando le casse del Partito erano in rosso – l’unica cosa rossa rimasta. La propaganda elettorale per il Referendum Costituzionale – perrduti malamente – costò 11 milioni di euro in propaganda elettorale.

Ben spiega il momento anche la vicenda dell’Unità, con Conchita De Gregorio che si è ritrovata con i conti correnti pignorati, mentre l’editore – il PD –  si defila in lontananza. Vista la situazone se andranno 2 milioni di persone a votare – è quanto auspicano i candidati – sarebbe comunque una buona notizia: ognuno di loro dovrà versare due euro: e a conti fatti 4 milioni di euro non si rifiutano mai.

Alessandro Signorini

Fonti: Demopolis, Telestense Ferrara, Fanpage, Ansa

 

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