Di Maio, boom di contratti a tempo indeterminato: il Decreto Dignità funziona

Il Decreto Dignità, uno dei primi provvedimenti di Luigi Di Maio, sembra dare i frutti sperati. Dati in aumento e boom di contratti a tempo indeterminato. 

Di Maio Decreto Dignità - Leggilo

Il Decreto Dignità è stato il primo provvedimento che l’attuale Vicepremier Luigi Di Maio ha firmato e presentato al Parlamento come Ministro del Lavoro. Le modifiche, che hanno inciso sulle attività delle imprese e introdotto semplificazioni fiscali per i professionisti, sembrano dare i frutti sperati.

Il Governo giallo-verde può dirsi soddisfatto, visto che i dati del lavoro parlano chiaro: “Da novembre a dicembre” – periodo durante il quale è entrato in vigore il Decreto – “sono crollate le assunzioni a termine, mentre sono esplose, letteralmente, le conversioni verso contratti a tempo indeterminato”. Questo è quanto emerge dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps per l’intero 2018.

E se è vero che l’aumento generale delle assunzioni, con un incremento massiccio di quelle a tempo indeterminato, rappresenta un successo per il leader pentastellato, toccherà invece al Reddito di cittadinanza arginare il deficit della mancanza di lavoro. Tutto da vedere, comunque, viste le polemiche e i problemi del Reddito.

Intanto, i numeri del Decreto Dignità parlano chiaro: 7,4 milioni di assunzioni generali nel 2018, il 5,1% in più rispetto al 2017; più di un milione di assunzioni a tempo indeterminato, pari a 7,9% in più rispetto all’anno precedente; aumento delle conversioni dei contratti a tempo indeterminato, passati da 299.258 a 527.333, a fronte di un calo dei rapporti a tempo, diminuiti da 221.675 a 191.477. In particolare, negli ultimi due mesi, queste sono aumentale del 119%. Situazione ancora più accentuata per i lavori somministrati: nel 2017 le conversioni erano state 1.365, lo scorso anno sono arrivate a 9.291, di cui il 50% negli ultimi due mesi del 2018.

Numeri esorbitanti, un vero e proprio boom, che si spera possa durare. “La situazione economica lascia presagire che la domanda di lavoro si contrarrà nei prossimi mesi, ma molto dipenderà da come reagiranno le imprese. Di certo il decreto dignità ha stretto molto sulla flessibilità per i tempi determinati”, ha detto Francesco Seghezzi, direttore della Fondazione Adapt – associazione per gli studi sul diritto del lavoro. “Era questo l’obiettivo del Governo”, dice Seghezzi, “e un buon compromesso sarebbe quello di togliere la causale per i contratti a termine oltre i 12 mesi mantenendo il limite a 24”.

Lo stesso Seghezzi, però, resta lontano da speranze a lungo termine, e ha spiegato che la quantità dei dati è data da lavoratori già in azienda. “Le imprese hanno probabilmente valutato che fosse più conveniente investire nella loro conferma, piuttosto che nella formazione ex novo di nuovi dipendenti. Dobbiamo aspettare per capire come si muoveranno nei prossimi mesi”, ha spiegato. Nel complesso, lo scorso anno sono stati creati 431mila nuovi posti di lavoro. “La mia principale missione da ministro del Lavoro è combattere la precarietà con tutte le mie forze. Perché sono convinto che se una persona vive serenamente e può programmarsi un futuro con la sua famiglia ne beneficia tutta la società, sia in termini di felicità che di ricchezza”, questo quanto scrive e fa sapere Di Maio.  Un successo, per il Vicepremier, che può dirsi soddisfatto. Almeno per ora.

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Fonti: Facebook Luigi Di Maio, Osservatorio sul precariato dell’Inps, Agenzia Vista

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