Reddito di cittadinanza, Boeri: “100 mila famiglie dovranno restituirci 10mila euro”

Per Tito Boeri, Presidente Inps la politica del Governo sull’immigrazione è un suicidio economico. Lo ha detto e ribadito, puntando il dito contro Salvini. Ora tocca a Di Maio, e non è la prima volta: ospite su La7, ha commentato il Reddito di Cittadinanza, con toni allarmistici.

Quanti pensa possano essere i furbi, siete in grado di evitare le truffe?”,  è stata questa la domanda posta da  Lilli Gruber, la  conduttrice  del  programma Otto e mezzo, in onda ieri sera  su La7,  rivolta a Tito Boeri,  Presidente Inps. Argomento, ovviamente, il Reddito di Cittadinanza, ormai diventato all’ordine del giorno. Ma la questione è tutt’altro che semplice, e i pericoli che si trascina dietro sono di non facile risoluzione.

“E’ un problema molto serio, noi non abbiamo attualmente gli strumenti per poter fare delle verifiche, sul patrimonio mobiliare sopratutto, che sono molto importanti per decidere a chi dare il reddito e a chi no”, ha affermato categorico Boeri. Poi, ha informato dei pericoli: “Rischiamo di trovarci nella situazione per cui, a posteriori, dopo aver erogato il reddito, dobbiamo andare a fare azioni di recupero presso famiglie che non sono particolarmente benestanti. Si tratta di più di 100mila nuclei familiari a cui potremo richiedere indietro anche 10mila euro”.

Proprio ieri, il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha svelato la carta PostePay destinata all’erogazione del reddito di cittadinanza, coperta con un telo bianco strappato via in modo teatrale. Sotto, nascosta, la carta, in una teca. Il web è esploso, prendendo in giro la scoperta della tessera come fosse il Sacro Graal. “Di Maio come Steve Jobs”, e ancora, “Abbiamo Zio Paperone“. “Ecco la prima card del reddito di cittadinanza, è la prima di circa 3 milioni. Quella che vedete è la numero 1 ed è la prova che le card esistono e che le abbiamo stampate“, ha dichiarato ieri Di Maio, presentando il sito internet del Reddito.

Già mesi fa Boeri si era mostrato critico sulla questione, soprattutto per l’incapacità degli uffici di gestire un numero enorme di richieste.
In assenza di controllo ex-ante sulla veridicità delle autodichiarazioni patrimoniali da parte dei richiedenti, si rischia di dover poi, in sede di verifica ex-post, essere chiamati al recupero di somme ingenti da famiglie che non soddisfano i requisiti patrimoniali”, aveva già detto, consigliando di posticipare l’avvio del Reddito almeno al momento in cui sarà pienamente operativo l’Isee precompilato.

Parlando di rischi, Boeri aveva indicato un possibile tasso di evasione almeno del 50 per cento di chi ne ha diritto: “Secondo i dati dell’istituto quasi il 45 per cento dei dipendenti privati nel sud Italia ha redditi da lavoro netti inferiori ai 9.360 euro all’anno garantiti dal Rdc a chi dichiara un reddito pari a zero”. Cioè, il reddito del 45 per cento dei lavoratori è inferiore alla cifra concessa dal Reddito a chi dichiara di avere un reddito pari a 0. Questa condizione, per logica, aumenterebbe i pericoli di evasione.

“Sarebbe meglio quindi poter fare i controlli prima di erogare il trasferimento”, ha concluso Boeri. Mentre intanto, un soddisfatto Di Maio, prosegue per la sua strada.

Fonte: Otto e mezzo

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