Luca e la ragazza scomparsi in Africa: “Volevano vedere la moschea”

Ancora nessuna notizia da parte di Luca Tacchetto e la sua compagna canadese Edith Blais, la coppia di giovani ragazzi partiti per l’Africa. Sono passate tre settimane dall’ultimo avvistamento dei due. L’architetto padovano e la trentaquattrenne canadese erano stati a cena a casa di un uomo francese e di sua moglie, originaria del Togo, il 15 dicembre scorso e poi insieme erano andati a ballare in un locale che compare nell’ultimo video che Luca Tacchetto ha inviato a suo padre in Italia. Da lì in poi, nessuna notizia.

Robert Guilloteau, il cittadino francese sessantaquatrenne che vive a Bobo-Dioulasso, l’ultima persona a vedere Luca ed Edith prima della loro scomparsa, è stato intervistato dal Corriere Della Sera.

L'uomo che ha ospitato Luca e la compagna teme il peggio

Ma non ha dato notizie rassicuranti, anzi. A suo dire i due ragazzi, il giorno dopo, avrebbero detto di voler andare alla moschea di Bobo Dioulasso, non molto lontana da casa dell’uomo, per poi raggiungere Ougadougou, la capitale.

Il francese che ha ospitato Luca e la compagna teme il peggio

 “Mi hanno detto che dopo la visita alla moschea si sarebbero subito diretti a Ouagadougou”, dice l’uomo, “Dovevano rivolgersi all’ufficio immigrazione perché il loro visto durava solo tre giorni e avevano bisogno di farne uno valido anche per Togo e Benin, così avrebbero speso un po’ meno”. Poi, dalla mattina del 16 dicembre, neppure lui ha più avuto notizie della coppia e in questi giorni è stato ascoltato da polizia e uomini dell’ambasciata italiana.

Parla il francese che ha ospitato Luca e la compagna

“Tre settimane sono un periodo lungo per non dare segnali. Sono preoccupato. Temo che a quei due ragazzi sia accaduto qualcosa di molto grave. Qui la situazione è seria un po’ ovunque, per quanto riguarda l’allerta terrorismo, specie nel Nord del Burkina Faso. I media locali ipotizzano un sequestro ma l’unica cosa certa è che tre settimane sono un periodo molto lungo per non dare alcun segnale”

L’uomo francese, che appare in una foto sui social con i due ragazzi, è stato rintracciato nelle scorse ore attraverso dei missionari, spiega Paolo Rizzi, un amico della famiglia Tacchetto. L’uomo avrebbe anche detto di aver consigliato ai due ragazzi di visitare un parco naturale che si trova a un centinaio di chilometri dalla città.

La versione è confermata anche dal padre, che proprio qualche giorno fa aveva detto: “In effetti, in uno dei messaggi spediti da mio figlio a sua madre, spiegava di voler andare proprio a visitare un parco naturale. E comunque, francamente non credo che quel francese possa aver avuto un ruolo nella sua scomparsa”. Lo stesso Nunzio ha aggiunto di sapere che investigatori italiani e canadesi sono al lavoro per ritrovare i due ragazzi scomparsi: «qualcosa si muove: siamo speranzosi».

Ma ad ora, nessuna notizia, neanche dell’auto. Tra le ipotesi plausibili c’è anche quella che vede i due ragazzi coinvolti in un incidente d’auto e finiti in una zona impervia da raggiungere. Oppure, potrebbero essere stati presi in ostaggio da gruppi criminali. Certo è che Burkina Faso è un Paese con una crescente instabilità dovuta all’attività terroristica. Nella cartografia della sicurezza aggiornata dall’ambasciata di Francia il Burkina è diviso in tre zone: giallo, arancio e rosso. Il giallo corrisponde a “vigilanza rafforzata”, l’arancio a “zona sconsigliata”, mentre il rosso è “formalmente sconsigliata”. La provincia di Boulkiemdé, dove sono scomparsi Luca Tacchetto ed Edith Blais è contrassegnata dal rosso.

Chiara Feleppa

Fonte: Il Corriere della Sera

 

 

 

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