Il medico rifiuta il cesareo. Parto sconvolgente: “Scelta folle”

 

Il medico rifiuta il cesareo. Parto sconvolgente: "Scelta folle"
Ninewells Hospital di Dundee,

Dopo la tragedia di Alfie, un’altra vicenda sconcertnte segna il Regno Unito. Al Ninewells Hospital di Dundee, in Scozia: un bambino, durante la nascita, è stato accidentalmente decapitato da un medico, la dottoressa Vaishnavy Laxman.
La decisione del medico
La gestante necessitava di un cesareo d’emergenza perchè il piccolo si trovava in posizione podalica. La donna doveva partorire alla 25esima settimana a causa di una rottura anticipata delle acque con una dilatazione ridotta: solo 3 centimetri. Ma ce ne vogliono almeno 10 per poter partorire. Tuttavia, la dottoressa Laxaman ha voluto ugualmente tentare un parto naturale. Un’azione avventata, sconsigliata da qualunque specialista, perché la manovra potrebbe portare alla rottura degli arti e della testa del bimbo, come riportato da Indian Express. Il medico, in quel momento, ha chiesto alla paziente di spingere. «Il dottore è venuto da me e ha detto che il dottor Laxman aveva deciso che non ci sarebbe stato un cesareo e l’ho vista tirare i piedi e il cordone del bambino e ha detto al paziente di spingere. Questo è qualcosa che non puoi dimenticare», ha raccontato l’ostetrica Mona Chard. E così è successo. La dottoressa si è ritrovata con il corpicino in mano.

Dov’è la testa?
La manovra ha provocato il distacco delle gambe, delle braccia e del busto del bambino lasciando la testa bloccata nel ventre della mamma. Successivamente, la dottoressa ha dovuto eseguire un parto cesareo allo scopo di rimuovere la testa del bambino dal corpo della mamma. La donna, quando si è trovata faccia a faccia con Lexman gli ha detto che non l’avrebbe mai perdonata per ciò che aveva fatto.

In tribunale
Il tragico evento è avvenuto il 16 marzo del 2014. La donna ha denunciato il medico e ieri la questione è stata discussa presso il Medical Practitioners Tribunal Service di Manchester. La donna ha raccontato che il venerdì prima della tragedia l’infermiera le aveva detto che c’erano alcuni problemi e che molto probabilmente avrebbero dovuto eseguire un cesareo. «Durante il parto nessuno mi diceva cosa stava succedendo. Un sacco di persone continuavano a dire che il bambino doveva uscire ma nessuno mi guardava negli occhi e mi diceva cosa era davvero successo».

Il racconto della mamma
«C’erano due dottori tra le mie gambe, uno sulla mia destra teneva la mia mano e c’erano anche altre persone lì. Sono stata esaminata da un medico ma non mi ha detto nulla. Stavano controllando il battito del cuore del bambino e fu allora che mi venne detto che sarebbe nato. Ricordo che dicevano che avevo una dilatazione di 2-3 cm e mi fu detto di spingere. Nessuno ha detto che non avrei avuto un cesareo e dovevo fare qualcos’altro. Mentre stava succedendo mi sentivo male. L’unico sollievo dal dolore che mi è stato dato è stato è uno spray. Mi è stato detto che avrebbe migliorato la dilatazione, ma avevo comunque molti dolori. Avevo i dottori che mi mettevano le mani dentro e io li facevo spingere sullo stomaco. Ho provato a scendere dal letto, ma mi hanno riportato indietro tre volte. Hanno tentato due volte di tagliare la mia cervice e nessuno mi ha detto che avrebbero fatto lo stesso. Non c’era l’anestetico. Ho detto loro: “basta, cosa sta succedendo, non voglio farlo”, ma nessuno mi ha risposto in alcun modo» ha detto ancora la mamma, che rifiuta l’affermazione secondo cui il bimbo sarebbe “nato morto”

“Non avevo capito cosa era successo”
«Non userei mai la parola “nato morto”, non era nato morto, fu decapitato. Ero incinta, la mia prima gravidanza e quindi non ero sicura di quello che stava succedendo e mi è stato detto che era il posto più sicuro possibile. Nessuno mi ha spiegato i possibili rischi. Successivamente ero avvolta da una tenda e mia sorella venne da me dicendomi che mio figlio era morto. Non conoscevo i dettagli, ma la dottoressa Laxman è venuta a trovarmi e il padre del bambino era lì. Laxman si è seduta sul lato del mio letto e mi ha detto che era dispiaciuta per quello che è successo, ma non sapevo ancora cosa era veramente accaduto. Quando ho scoperto tutto ho cominciato a piangere e urlare».

La ricostruzione dei fatti
Durante l’udienza sono emersi anche altri fatti sconcertanti. Primo è che stato somministrato del cocodamolo, una sostanza che viene trasformata in morfina dal fegato per alleviare i dolori. Durante l’udienza l’avvocato del Consiglio medico generale Charles Garside ha descritto nei dettagli quello che è accaduto: «Hanno cercato di forzare la nascita attraverso la trazione quando il bambino stava arrivando per primo, seguito dall’addome, dalla parte superiore dell’addome e dalla testa. Tuttavia, durante la nascita ci fu un ostacolo che si rivelò fatale. La dottoressa Laxman avrebbe preso le gambe, il tronco e le braccia con successo ma, mentre cercava di liberare la testa, si è bloccata nella cervice. Il tentativo di manipolare la testa del bambino per farlo uscire dalla cervice è fallito perché la cervice si è serrata sulla testa del bambino e nonostante gli sforzi compiuti per aiutare, questi sforzi fallirono. Il Dr. Laxman ha fatto tre tentativi per tagliare la cervice con le forbici, ma la testa del piccolo è stata separata dal suo corpo rimanendo bloccata nel corpo della paziente. I dottori dovevano fare in modo che la testa fosse rimossa. Fu quindi effettuato un cesareo – non dallla dottoressa Laxman che era ormai sconvolta – ma da altri due dottori e la sua testa fu rimossa. Per compassione la testa è stata riattaccata in modo che l’aspetto del bambino non fosse troppo truce. Il bambino è stato mostrato a sua madre così ha avuto la consolazione di vederlo»

Una scelta sbagliata
Le conclusioni sono implacabili «Non è riuscita a eseguire un cesareo senza anestesia generale in un momento in cui era necessaria la velocità. Avrebbero dovuto effettuare un taglio cesareo di categoria 1. Il bambino aveva un battito cardiaco lento, ma non era morto. La scelta fu presa dalla dottoressa Laxman per provare un parto vaginale e questa è stata la scelta sbagliata. Non dovrebbero mai usare un parto vaginale in quella situazione. I neonati sono fragili, ma questo piccolo bambino era più fragile, e il fatto di essere tirato o attorcigliato poteva causare molti più danni».

Fonte: Indian Express

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