Condannato per aver ucciso un ladro: “Non è stato un incidente”

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Mirco Franzoni (Websource/archivio)

Nelle scorse settimane, Mirco Franzoni, l’uomo di 33 anni che la sera del 14 dicembre 2013 a Serle, in provincia di Brescia, uccise un ladro albanese è stato condannato a 9 anni e 4 mesi per omicidio volontario. Ora la Corte d’Assise di Brescia ha depositato le motivazioni alla sentenza, spiegando le ragioni della condanna, come riportato da Il Giornale di Brescia: “Non è stato un incidente come vuol far credere l’imputato”. Secondo i giudici, “tra le certezze emerse, c’è che Mirco Franzoni quella sera ha esploso non un colpo di fucile bensì due. Il primo probabilmente in aria per spaventare i ladri in fuga e il secondo all’indirizzo di Eduard Ndoj, ucciso”.

La Corte non ha dubbi, come riportato da Il Giorno: “Nel decidere di affrontare i ladri con un fucile Mirco Franzoni ha posto in essere un’azione gravemente azzardata di stampo venatorio, probabilmente indotta dalla consuetudine e dimestichezza con l’uso delle armi e forse anche, da un autoctono fattore culturale giustizialista”. Inoltre, “Franzoni nel compiere una valutazione tra due interessi, il recupero della refurtiva di cui peraltro non era il titolare e l’integrità fisica della vittima, ha consapevolmente privilegiato il primo a discapito del secondo, trascurando l’abissale divario esistente tra valori per loro natura non assimilabili e finendo così con il sopprimere una vita umana”.

Mirco Franzoni non è stato l’unico condannato nelle scorse settimane per aver ucciso un ladro. In precedenza, era stato condannato a 2 anni e otto mesi Giuseppe Chiarini, che nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2016 aveva sparato dal balcone di casa diversi colpi di fucile contro una banda di ladri moldavi. Chiarini era stato difeso dai suoi concittadini. Qualche giorno dopo Franzoni, una dura condanna nei confronti di un commerciante che aveva sparato a un ladro. Walter Onichini aveva sparato a Nelson Ndreaca, albanese di 25 anni, che stava cercando di fuggire rubandogli l’auto. Il macellaio di Legnaro è stato condannato a quattro anni e undici mesi con una provvisionale  24.500 euro e l’interdizione temporanea dai pubblici uffici.

GM

Fonti: Il Giornale di Brescia, Il Giorno

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