Ciro, quella terribile verità: “E’ morto a 800 metri dal papà che lo stava aspettando”

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(Websource/archivio)

Ciro Ascione, il 16enne scomparso da Arzano lo scorso 20 gennaio e il cui cadavere è stato ritrovato tre giorni dopo presso la stazione ferroviaria di Casoria sarebbe morto per un’imprudenza. A dimostrarlo ci sarebbe un fotogramma, ripreso dalle telecamere della stazione di piazza Garibaldi a Napoli, che mostrerebbe Ciro Ascione agganciato al predellino del treno Regionale che era in partenza e aveva già le porte chiuse, come riportato da Il Messaggero.

Ciro era in ritardo e inoltre doveva giustificare una bugia detta al padre. Il 16enne infatti aveva trascorso il pomeriggio intero con la fidanzata, poi al telefono col padre gli dice di essere già in metropolitana. In realtà, si incammina verso casa molto più tardi e quando si rende conto del forte ritardo inizia a correre per prendere il treno che deve portarlo a casa. Anche questo momento è stato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso. Il ragazzo sarebbe quindi salito sul treno in corsa convinto forse di riuscire a reggere aggrappato così al predellino fino alla stazione di Casoria dove ad attenderlo c’era il padre. Si tratta di un tragitto breve che di solito dura circa 6 minuti. Ciro invece non ce l’ha fatta ed è caduto a velocità elevata riportando ferite fatali, come riportato da Repubblica.

L’autopsia è ancora in corso, ma ormai la tesi degli investigatori è questa e sembra corroborata da numerose prove ed evidenze. Viene meno così anche la tesi del padre che negando potesse trattarsi di un suicidio, aveva ipotizzato che qualcuno avesse lanciato dal finestrino suo figlio con l’intento di ucciderlo.

F.B.

Fonti: Il Messaggero, Repubblica

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