Docente transessuale via dalla scuola perché gli alunni si lamentano: “È discriminazione”. I giudici dicono che ha ragione

Un istituto scolastico Capitolino dovrà risarcire una docente che, secondo i giudici,  era stata licenziata per il suo orientamento di genere.

I motivi che possono portare un dirigente scolastico a decidere di licenziare un docente possono essere molteplici. Secondo i giudici, tuttavia, la professoressa Giovanna Cristina Vivinetto fu licenziata unicamente perché transessuale. Ora dovrà essere risarcita.

Giovanna Cristina Vivinetto
La docente transessuale licenziata/ archivio web-Leggilo

Secondo i giudici fu un processo lapidario quello dei vertici dell’Istituto paritario Kennedy di Roma, che avevano ritenuto Giovanna Cristina Vivinetto non adatta a ricoprire il ruolo di insegnante dopo tre settimane dall’assunzione a causa del suo orientamento di genere. Ora il Tribunale ha riconosciuto l’illegittimità del recesso della scuola dal contratto di lavoro. Il giudice ha riconosciuto che le ragioni che hanno indotto la scuola a risolvere il rapporto di lavoro con la Vivinetto erano collegate alla sua condizione di transessuale. Così il Kennedy è stato condannato a risarcire la docente con circa 11mila euro, che corrispondono agli stipendi che avrebbe percepito fino al termine del contratto di collaborazione.

Come andarono i fatti

Giovanna Cristina Vivinetto
Giovanna Cristina Vivinetto/ archivio web-Leggilo

I fatti avvennero nel 2019. La professoressa ai tempi aveva solo 25 anni ed era poco più che fresca di Laurea ma aveva già vinto il premio Viareggio opera prima con la raccolta Dolore minimo. Dopo tre settimane dall’inizio del suo incarico presso l’istituto romano, era stata cacciata via dal Kennedy. Vivinetto ha spiegato: “All’inizio mi dissero che i genitori si erano lamentati del fatto che spiegavo troppo velocemente e che ero indietro nel programma. Successivamente un ex compagno dell’università era stato chiamato dalla stessa scuola per un colloquio di lavoro. In quell’occasione gli avevano chiesto di togliersi il piercing, spiegandogli che erano rigidi, tanto da aver licenziato la professoressa di Lettere perché transessuale”. A quel punto  Vivinetto aveva le prove: era stata licenziata non perché non fosse brava ad insegnare ma unicamente perché transessuale. Così la prof decise di fare causa alla scuola. Causa che lo scorso 2 novembre l’ha vista vincitrice: “Durante il processo sono stata dipinta come una scansafatiche e depravata. Una mamma di un’alunna che non era della mia classe ha testimoniato addirittura che la figlia aveva sentito da altre persone che facevo domande di natura sessuale ai ragazzi. Naturalmente l’ho querelata. Fa sorridere perché è come l’ignorante medio dipinge la persona transessuale: fissata con il sesso, iper sessualizzata e altri pregiudizi simili” – ha concluso Vivinetto.  Oggi Vivinetto lavora come insegnate di sostegno di ruolo in una scuola media. Non solo i docenti ma anche diversi studenti trans hanno lamentato problemi nelle scuole.

 

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