Pensioni, cosa può fare chi ha più di 60 anni nel 2023

Il 2023 sarà un anno di transito per il tema delle pensioni: dall’anno successivo dovrebbe infatti attuarsi una vera e propria riforma su tale questione. 

pensioni 2023
Fila alle poste per il ritiro delle pensioni (foto dal web)

È sicuramente uno dei temi forti su cui Giorgia Meloni ha fatto leva per vincere le scorse elezioni politiche: la leader di Fratelli d’Italia infatti desidera revisionare completamente le modalità e le funzioni del sistema pensionistico nella penisola. Per evitare infatti di tornare alla legge Fornero, ci potrebbe essere una normativa ponte che entrerà in vigore nel 2023 attendendo la vera e propria riforma che potrebbe manifestarsi nel 2024.

Si fa sempre più strada il pensiero della Quota 41 che nello specifico permetterebbe il pensionamento a tutti coloro che:

  • hanno almeno 62 o 63 anni
  • hanno raggiunto un’anzianità contributiva di 41 anni

Pensioni, cosa può fare chi ha più di 60 anni nel 2023

pensioni meloni
Pensioni, come cambieranno dal prossimo anno (Canva)

La probabilità che Quota 41 si verifichi è molto alta ma come abbiamo già detto in precedenza si tratta di una riforma momentanea per il 2023 finché il sistema pensionistico italiano non venga ristrutturato dalle fondamenta. Questo prender tempo è dettato dal fatto che il momento di crisi economica che stiamo vivendo passa in primo piano rispetto ad altri fattori.

Leggi anche: Tredicesime di fine anno, finalmente una buona notizia, arrivano un sacco di soldi

È stato proprio il ministro Giorgetti a confermare tale supposizione spiegando che prima bisogna rimettere in piedi la situazione economica italiana vista l’alta inflazione ed il rincaro bollette. Giorgia Meloni sembrerebbe anche ormai certa della proroga di Opzione Donna e della cd. Ape Sociale, due modalità di pensionamento anticipato che dovrebbero essere confermate anche il prossimo anno. Per il resto, invece, è tutto in fase di trattativa e definizione.

Leggi anche: Pensioni, tutti gli aumenti di Gennaio: a breve la firma del decreto

Se dunque tutto venisse confermato come da promesse elettorali fatte, il sistema pensionistico cambierebbe nella seguente maniera. Potranno andare in pensione:

  • i lavoratori impiegati in attività gravose e molto faticose con almeno 62 anni e 31 anni di anzianità contributiva
  • le lavoratrici con almeno 58 anni di età e con almeno 35 anni di contributi versati
  • tutti i lavoratori e le lavoratrici che possono vantare almeno 41 anni di contributi versati indipendentemente dalla loro età anagrafica
Impostazioni privacy