Donatella, 27 anni, si suicida in carcere. Il giudice chiede scusa alla famiglia

Una ragazza di 27 anni si è tolta la vita nell’istituto penitenziario femminile di Montorio, in provincia di Verona. Il giudice ha chiesto scusa alla famiglia.

Donatella Hodo aveva solo 27 anni ma gran parte della sua giovane vita l’ha trascorsa dietro alle sbarre. Qualche giorno fa ha deciso di farla finita e si è uccisa in cella. Il giudice che l’aveva condannata ora chiede scusa alla famiglia.

Quello di Donatella non è stato un errore giudiziario: la 27enne entrava e usciva dal carcere per furti legati alla sua tossicodipendenza. la droga le aveva rovinato la vita. No: il giudice Vincenzo Semeraro ha voluto chiedere scusa per non aver colto in tempo il malessere che affliggeva la ragazza, per non averla saputa aiutare, per non aver speso magari una parola di conforto in più. “Io e il giudice piangevamo tutti e due. Ci sentiamo sconfitti e perdenti, ci siamo chiesti perdono. Avevo i brividi, la mia Donatella mi parlava sempre di questo magistrato come di un secondo padre, diceva che era l’unico ad aver preso a cuore la sua situazione. All’inizio nessuno trovava la forza di parlare, solo lacrime” – le parole del padre della giovane

Il giudice Semeraro  già in una lettera aveva manifestato la propria solidarietà ai familiari di Donatella. Il magistrato di Sorveglianza del Tribunale di Verona dal 2016 seguiva personalmente il caso. Ma nessuno riusciva a convincere Donatella a smettere, ad uscire definitivamente da quella vita. Purtroppo nessuno è riuscito ad aiutarla e lei, a 27 anni, non ha più trovato la forza di andare avanti  e ha preferito il suicidio. Era in attesa che venisse predisposta una misura alternativa al carcere ma non ce l’ha fatta ad aspettare ancora. Nella lettera rivolta non solo alla famiglia di Donatella ma alla comunità intera, il giudice ha scritto: “Mi chiedo in cosa ho sbagliato. Ogni volta che una persona detenuta in carcere si toglie la vita, significa che tutto il sistema ha fallito. Quindi, come sistema, anche io ho fallito. Perché non ho capito il suo malessere così profondo? Avrei potuto dirle due parole in più? Il carcere non è fatto per le donne, le detenute donne hanno un’emotività del tutto diversa da quella maschile” – le parole di Semeraro.

Donatella lottava da anni contro la dipendenza dalla droga. Il padre l’ha portata in vari centri specializzati, anche fuori dall’Italia: due volte in Spagna, poi in Croazia e in Belgio per guarire. Ma tutto era stato vano purtroppo. In un’occasione la giovane era anche scappata di casa: il padre la ritrovò dopo due anni in condizioni paurose, pesava 24 chilogrammi.  Adesso il padre della 27enne, pur ringraziando il giudice Semeraro per aver sempre trattato Donatella come una figlia, chiede giustizia: “Salvarla era la mia ragione di vita ma su mia figlia non ho sbagliato solo io. Tutto il sistema ha fallito, e secondo me anche i controlli in carcere non sono stati adeguati. Per questo ho sporto denuncia, mia figlia purtroppo non tornerà però merita verità e giustizia”.

 

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