Omicidio di Sonia Diolaiti a Ferrara. La figlia ha avvelenato la madre con del nitrato di sodio aggiunto al thè. La sua scusa è stata: “Volevo un’altra mamma”.

I dettagli emergono dagli inquirenti che indagano sull’omicidio scoperto sabato a Ferrara, nella palazzina in via Ortigara dove abitavano madre e figlia, in due appartamenti diversi. A far intervenire i carabinieri era stata una coppia di conoscenti della donna preoccupata per le sorti della 62enne che, da un paio di giorni, non rispondeva al telefono né al citofono di casa. Una volta sul posto è stato ritrovato il corpo. Esso era disteso sul pavimento del corridoio. Sono state le indagini più approfondite a far emergere la responsabilità della figlia, Sara Corcione, ora in carcere a Bologna.
Il racconto della vicenda fa venire i brividi. Sara Corcione, infatti, avrebbe aspettato che la mamma andasse per qualche giorno sul lago di Garda per attuare il piano, mescolando il nitrato in alcuni bicchieri di tè conservati in frigo. Al suo ritorno dalla vacanza, Sonia Diolaiti avrebbe bevuto la bevanda avvelenata e poco dopo si sarebbe sentita male, avrebbe chiamato la figlia per essere aiutata, ma invano. L’ha lasciata morire.
L’avvocato difensore della figlia, Gianni Ricciuti dichiara: “Noi ci siamo messi a disposizione fin da subito degli inquirenti, non nascondendo nulla. È emersa una situazione di disagio psicologico, che necessiterà di ulteriori approfondimenti clinici. Mi aspetto una consulenza sulla sua capacità d’intendere e di volere”.
Presumibilmente, dunque, verrà chiesta una consulenza psichiatrica per la 38enne, laureata e attualmente disoccupata, descritta come una donna molto chiusa, solitaria sin da quando era ragazzina. “Vorrei un’altra madre”, la frase che avrebbe ripetuto spesso ai pochi che la conoscevano. Dall’interrogatorio non sono emerse questioni economiche tra le due donne, piuttosto una relazione conflittuale risalente dall’adolescenza con la madre verso la quale avrebbe riferito di nutrire un “forte risentimento”.
Le indagini sono condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Ferrara coordinati dal pubblico ministero Lisa Busato.