Patate avanzate sono tossiche se le mangio il giorno dopo?

Capita spesso di non riuscire a finire tutte le pietanze pronte per il pasto: ma le patate avanzate si possono consumare il giorno seguente?

La conservazione dei cibi rappresenta un tema particolarmente discusso, che spesso presenza delle radici fondamentalmente infondate. In ambito culinario esistono diversi miti, tramandati di generazione in generazione, che però sono stati sfatati dagli studi più recenti. Tra questi – per esempio – un tempo si pensava che fosse sconsigliato consumare più di due uova a settimana, opinione che ad oggi è ritenuta decisamente priva di una ragione specifica; per non parlare poi di determinati alimenti, ritenuti tossici se consumati il giorno seguente dall’effettiva cottura.

Patate avanzate, è possibile consumarle il giorno dopo? (Pexels)
Patate avanzate, è possibile consumarle il giorno dopo? (Pexels)

E’ questo il caso delle patate, tubero particolarmente diffuso e apprezzato sia dai più grandi che dai più piccoli; a quanto pare, secondo teorie remote, consumare le patate troppo tempo dopo la cottura sarebbe pericoloso, in quanto il tubero da cotto diventa fondamentalmente tossico. Per questo motivo, quando capita di cuocerne più del dovuto, bisognerebbe gettarlo senza provare a conservarlo. Ma questa teoria presenta un fondamento scientifico? Scopriamolo insieme.

Patate avanzate: è possibile consumarle il giorno dopo?

Uno dei dettagli che ha spesso allarmato i consumatori più attenti risiede nel fatto che le patate – dopo la cottura – diventano scure se non consumate immediatamente; da qui deriva la teoria secondo cui il tubero diventa quindi tossico. In realtà, come confermato dall’Istituto Superiore di Sanità, il cambiamento di colore della polpa deriva semplicemente dal processo di ossidazione delle patate. In presenza di ossigeno, il ferro contenuto nella loro formulazione, reagisce con l’acido clorogenico, difendendo il tubero dai microorganismi responsabili di un eventuale danneggiamento.

Patate avanzate (Pexels)
Patate avanzate (Pexels)

E riguardo la presenza della solanina (glicoalcaloide), l’Istituto Superiore di Sanità ha chiarito: “Nelle varietà commerciali il contenuto di glicoalcaloidi riscontrato è inferiore a 100mg/kg […] limite cautelativo fissato dalla commissione di esperti” – precisando inoltre che – “si concentrano soprattutto nella buccia, in particolare nei tuberi esposti al sole e in quelli vecchi, rugosi e con molti germogli”.

Pertanto, gli esperti consigliano di conservare le patate in un luogo buio ed asciutto, rimuovendo possibilmente la buccia e consumandole prima che germoglino. Dopo la cottura, è possibile consumarle il giorno seguente, ma non vanno mantenute per troppo tempo, in quanto a lungo andare potrebbero semplicemente marcire. Questo è quanto chiarito dall’Istituto Superiore di Sanità.

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