Milano, nel bar i prezzi non sono esposti: caffè e frullato 15 euro

Dopo Roma, Positano e Venezia è il turno di Milano dove i prezzi sembrano aver preso il volo a seguito dei  due anni di restrizioni legate al Covid.

Siamo sbiancati per la pizza di Briatore a 65 euro, senza lievito per giunta. Non meno impressionante la signora che a Venezia ha pagato 24 euro due caffè al banco. Da Milano arriva un’altra storia di prezzi incontrollati ma questa volta con un’aggravante.

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Sono abituata a scrivere di altre persone che sbiancano al momento di pagare un conto ritenuto un tantino elevato: bene questa volta è successo a me in prima persona. Vivo da tanti anni a Milano. Sabato mattina mi trovavo assieme ad un’altra persona in zona Porta Lodovica: circa due chilometri dal Duomo e 200 metri dall’Università Bocconi. Zona sicuramente molto bella però non particolarmente turistica: frequentata, soprattutto da chi vive nei paraggi o dagli studenti del prestigioso ateneo. Per chi non conoscesse bene Milano credo sia giusto precisare: niente a che vedere con via della Spiga, via Montenapoleone, la Galleria Vittorio Emanuele o Brera.

Siamo entrati in uno dei locali storici della città dove, in tanti anni, non eravamo mai entrati. Dopo essere stati fatti accomodare ad un tavolino abbiamo chiesto il menù cartaceo ma ci è stato risposto che non lo avevano: se volevamo potevamo consultare il menù sul barcode. Non avendo, nessuno dei due, l’apposita applicazione sul telefono, ci siamo fatti elencare dal cameriere cosa avevano. Io mi sono limitata ad un caffè semplice, l’altra persona ha preso un estratto ai frutti di bosco e mela. Poco dopo il cameriere è tornato con uno scontrino sul quale, tuttavia non erano indicati i prezzi ma solo le due consumazioni ordinate e il numero del nostro tavolo. Trovandoci in un locale storico mi aspettavo di pagare un po’ di più: supponevo 1,50 euro per il caffè – invece dei consueti 1,20 degli altri bar di zona – e 7-8 euro per l’estratto, invece dei canonici 5 euro. Arrivati alla cassa la signora con molta gentilezza e naturalezza ci ha informato che il conto era 14,50 euro. Ho chiesto due volte perché non ci credevo: 12 euro l’estratto e 2,50 euro il caffè.

 

Non abbiamo battuto ciglio e abbiamo pagato. Prima di uscire, tuttavia, ho voluto controllare una cosa, se ci fosse un listino prezzi affisso nel bar. Purtroppo no: i prezzi non erano esposti da nessuna parte. Personalmente ritengo che ogni gestore possa fare i prezzi che ritiene consoni. Tuttavia penso anche sia doveroso esporli o, almeno, fornire un menù cartaceo perché non tutti dispongono dell’applicazione per scansionare il barcode. Altra piccola pecca di questo – certamente bellissimo – locale: l’unico bagno si trova in cima ad una scala a chiocciola. Pertanto non è raggiungibile né da persone con handicap motori né da soggetti anziani con difficoltà a deambulare. Ed è questa la parte meno piacevole della storia.

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