Dovete sospendere il Reddito di Cittadinanza, così d’estate si trovano camerieri, dice Briatore

Dopo la polemica sul prezzo della pizza Flavio Briatore torna ad accanirsi contro il Reddito di Cittadinanza. Ma questa volta la sua idea trova appoggio tra i banchi del Governo.

Due sono diventati i nemici del manager Flavio Briatore: la pizza napoletana a 4 euro e il Reddito di Cittadinanza. Dopo aver fatto scoppiare la polemica sulla pizza l’imprenditore cuneese torna ad accanirsi contro la misura a firma Cinque Stelle.

L’idea di Briatore è quella di sospendere il Reddito di Cittadinanza almeno nel periodo che va da aprile a ottobre lo stesso in cui lavorano i suoi locali guarda caso. In modo da dare modo ai gestori dei locali di trovare camerieri cuochi, lavapiatti. Diversi chef e titolari di ristoranti da mesi lamentano di non riuscire a trovare personale proprio perché molti preferiscono percepire i sussidi dello Stato. La proposta di Briatore tuttavia, questa volta trova l’appoggio di alcuni partiti come Forza Italia che ritiene il Rdc un ostacolo all’economia. “È giusto sospenderlo da aprile fino a ottobre perché noi abbiamo bisogno di gente che vuole lavorare. ho visto un talk show l’altra settimana e uno candidamente ha detto: ‘Io prendo il reddito di cittadinanza e poi faccio dei lavori in nero’. A questo punto lo sospendi nel mese di aprile e lo ripristini il mese di ottobre”- ha detto  l’imprenditore ospite de La Zanzara su Radio24.

Briatore – che ha recentemente inaugurato la catena Crazy Pizza a Milano, Roma e Dubai – sostiene che per i suoi locali in Italia fa sempre più fatica a trovare giovani che abbiano voglia di lavorare, d’impegnarsi in un progetto di realizzazione professionale e di crescita. Oggi, a suo dire, l’unica ambizione dei ragazzi è avere tempo libero: “Io credo che la gente abbia voglia di avere tempo libero, è cambiata la filosofia. Noi quando eravamo ragazzi volevamo lavorare perché ci piaceva, io d’estate raccoglievo le mele, raccoglievo la fragole. Su mille persone ne abbiamo assunte credo 8, tutti quanti chiedevano di non lavorare nel week end, gli orari li fanno loro e non li fai più tu, la gente vuole più tempo libero”. Sicuramente il settore ristorativo non è più l’ambizione di molti specialmente dopo le forti penalizzazioni subite durante i due anni di pandemia. I ristoranti, gli alberghi e i bar sono stati certamente il settore più penalizzato da lockdown e successive restrizioni.  Sulla questione è intervenuto Giovanni Cafagna della Anls, sindacato che difende i diritti dei lavoratori stagionali. Secondo Cafagna se sempre meno ragazzi e ragazze vogliono fare i camerieri o i cuochi, il Reddito di Cittadinanza non c’entra. Il vero problema sta nella precarietà dei contratti: “Chi ha sempre fatto le stagioni ha iniziato ad abbandonare questa attività lavorativa perché con 3 mesi di lavoro e un mese e mezzo di sussidio un lavoratore non può mantenere una famiglia, non ce la fa. Pian piano gli stagionali, anche stranieri, hanno iniziato a cercarsi un lavoro più stabile in grado di garantirgli una sicurezza economica”. 

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