Vaiolo delle scimmie, dopo Roma arriva ad Arezzo “Inizia tutto con una febbre”

Prima Roma e ora Arezzo: il vaiolo delle scimmie rischia di mettere presto in ginocchio il nostro Paese non ancora uscito dalla pandemia di Covid.

Inizia a diffondersi anche in Italia il vaiolo delle scimmie. L’incubo di una nuova pandemia con relative misure restrittive potrebbe presto concretizzarsi.

ANSA/UFFICIO STAMPA DIFESA/ARCHIVIO

Dopo i tre casi scoperti a Roma, ora il vaiolo delle scimmie è arrivato anche in Toscana, ad Arezzo per la precisione. A risultare positivo un giovane di 32 anni anche lui appena tornato dalle Canarie, dove pare sia avvenuto il contagio anche degli altri 3 italiani che sono al momento isolati all’ospedale Spallanzani. Il 32enne è al momento ricoverato presso il reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Donato. Secondo quanto riferito dai medici della Asl Toscana Sud Est e dell’Istituto Nazionale Lazzaro Spallanzani di Roma, il ragazzo ha subito manifestato i sintomi al rientro dalle Canarie, avvenuto lo scorso 15 maggio. Vivendo da solo l’uomo pare non abbia avuto contatti con i familiari nei 5 giorni successivi al rientro in Toscana.

Il 20 maggio è stato visitato dal medico di base che lo ha indirizzato agli ambulatori di Malattie Infettive. Il giovane è stato immediatamente preso in carico dai medici del reparto in quanto presentava delle lesioni cutanee che riconducevano in modo abbastanza inequivocabile al vaiolo delle scimmie, simili, tra l’altro a quelle dei 3 pazienti ricoverati allo Spallanzani di Roma.
Contemporaneamente il servizio di prevenzione della Asl ha provveduto ad individuare tutti i contatti della persona che sono stati raggiunti e per i quali è prevista una sorveglianza sull’insorgenza dei sintomi per i prossimi 21 giorni. I sintomi a cui i medici raccomandano di prestare attenzione sono: lesioni cutanee improvvise, febbre e ingrossamento dei linfonodi. Al momento – stando alle dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – il vaiolo delle scimmie si è diffuso in già 12 Paesi in tutto il mondo e le persone infettate sarebbero già a quota 90.

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