Francesco si presenta alla tesi di laurea in gonna e tacchi rossi. Si merita un 110 e lode, dicono i professori

Un gesto di protesta molto forte quello di un 27enne che si è presentato in Università con i tipici tacchi femminili proprio nel giorno in cui doveva discutere la sua tesi di laurea.

Alla classica corona di alloro Francesco D’Angelis – un ragazzo di 27 anni di Formia – ha voluto aggiungere un tocco modaiolo in più: un bel paio di scarpe rosse con il tacco di 14 centimetri. Il giovane si è conquistato il tanto agognato 110 e Lode ma anche un gran mal di piedi.

 

Lo scorso 21 aprile Francesco ha discusso la sua tesi di laurea presso l’Università degli Studi di Cassino, in provincia di Frosinone. Lo studente si è laureato in Scienze Sociali, Politiche e della Salute con uno studio sul rapporto fra il corpo e i diritti delle donne verso la loro autodeterminazione.  Ha scelto di presentarsi di fronte alla commissione indossando scarpe rosse con tacchi vertiginosi e plateau. Ha motivato la sua decisione riagganciandosi alle discriminazioni a cui, a suo dire, sono sottoposte ogni giorno le persone con un orientamento sessuale diverso da quello etero: gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e individui che non si riconoscono in alcun genere. Ai microfoni di Fanpage, Francesco ha spiegato: “Questo è il senso profondo della mia tesi. Io che ho goduto di un privilegio a metà, io maschio bianco ma omosessuale sempre sfuggente a cliché e stereotipi di genere ho voluto, dall’alto del mio semi privilegio tendere la mano al mondo femminile, parlare di donne e corpi e di diritti e di autodeterminazione in un tempo buio che ha visto passare in secondo piano il tema dei diritti civili.”

 

In particolare il giovane ha voluto lanciare un messaggio a tutti quei politici che, mesi fa, hanno affossato definitivamente il Ddl Zan contro l’omotransfobia. La legge proposta dal deputato del PD Alessandro Zan non è stata approvata poiché ritenuta ridondante rispetto ad altre leggi, già esistenti, che tutelano gli individui da violenze e discriminazioni. Ma Francesco non sente ragioni e conclude: “Appartengo orgogliosamente alla comunità LGBTQI+. Volevo lanciare questo tipo di messaggio a chi quel giorno in Senato gaudiva dell’affossamento del ddl  Non vuol dire cancellarci, non vuol dire farci smettere di esistere: noi esistiamo, continueremo ad esistere e, anzi, saremo veramente noi a superare loro su questi splendidi tacchi rossi.

 

 

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