Non tutti, dopo due anni di pandemia, sembrano essersi ammalati di Covid, ma perché? Ecco le possibili spiegazioni.
Nonostante l’attenzione si sia spostata ad Est, dove a tenere banco è il conflitto in Ucraina a causa dell’invasione russa, la pandemia non è affatto conclusa. I contagi nel nostro Paese, seppur in leggero calo, continuano ad essere molto alti e le ricerche della scienza non si fermano.
Dopo più di due anni di pandemia, infatti, restano ancora molti interrogativi su questo agente patogeno che ha sconvolto l’intera umanità. Tra gli enigmi più curiosi e interessanti vi è sicuramente il fatto che alcune persone non si ammalano. Ecco alcune possibili spiegazioni.
Il bello della scienza è quello di continuare a farsi domande, anche quando queste sono rappresentate da ostacoli apparentemente insormontabili. Non è un caso, infatti, che si sia riuscito a trovare un vaccino in poco più di un anno dopo lo scoppio della pandemia da Covid.
Tuttavia, molti ricercatori si chiedono ancora perché, nonostante un evidente contatto con il virus, molte persone non si ammalano di Covid. A provare a rispondere a queste domande è la professoressa Zania Stamataki, ricercatrice e docente di immunologia virale presso l’Università di Birmingham.
Secondo la ricercatrice, infatti, vi è una piccola possibilità che chi non abbia contratto il virus non sia mai entrato effettivamente in contatto con il Coronavirus. Tuttavia, dopo due anni di pandemia, questa spiegazione è piuttosto improbabile.
Un’ulteriore possibilità è rappresentata dal fatto che il soggetto sia entrato in contatto con il virus e sia stato infettato. Tuttavia, è possibile che il patogeno sia stato eliminato piuttosto rapidamente, prima che si potesse sviluppare la malattia Covid.
Inoltre, la terza possibilità è rappresentata dal fatto che il sospetto abbia potuto contrarre sì il Coronavirus, ma in forma totalmente asintomatica durante l’inizio della pandemia. Dunque, in questo caso ha avuto la possibilità di sviluppare anticorpi ben prima del vaccino.
La capacità di eliminare il virus più elevata rispetto ad altri soggetti può essere spiegata con il ruolo che ricoprono le cellule T di memoria. Si tratta di cellule immunitarie generate in passato per contrastare altri tipi di Coronavirus, come quelli che causano il raffreddore.
Secondo alcuni studi, infine, vi sono numerosi operatori sanitari, entrati in contatto con il virus ma restati costantemente negativi, che mostrano una maggior presenza di linfociti T preesistenti. Questi riescono a riconoscere parti del virus che variano in maniera minore rispetto alla proteina spike.
Acquistare una nuova abitazione richiede un impegno economico rilevante. Che si tratti di una prima…
Sempre più aziende permettono ai propri dipendenti di lavorare in smart working, ovvero di svolgere…
Una nuova pista questa volta molto promettente. Si riaccendono le speranze di ritrovare Denise Pipitone…
Un ragazzino di appena 13 anni è andato in arresto cardiaco mentre si trovava a…
Il direttore di una banca ha fatto sparire 400mila euro dal conto corrente di una…
Non c'è stato nulla da fare per la piccola Alice. La piccola, dopo aver lottato…