Si parla spesso di vitamina C, D oppure B, eppure esiste una quarta vitamina importantissima per il nostro organismo: la vitamina K.
La vitamina K – o naftochinone – è una sostanza liposolubile che si accumula nel fegato e che viene utilizzata dal nostro organismo nel momento in cui si presenta la necessità. Grazie a questa sua peculiarità, non occorre quindi assumerla tutti i giorni. Il suo compito si riassume in due step principali: favorire la coagulazione del sangue e stimolare l’azione delle proteine atte a rafforzare le nostre ossa.
Se vogliamo stimare un fabbisogno giornaliero possiamo tradurlo in 140 microgrammi al giorno, ma in ogni caso la maggior parte degli esseri umani riesce a raggiungere il giusto apporto con una dieta sana ed equilibrata. La vitamina K è fondamentale per il corretto funzionamento del nostro corpo ed un’eventuale carenza può provocare l’insorgere i emorragia, patologie intestinali, ma anche artrosi, osteoporosi e maggior rischio di fronte a possibili fratture ossee. Al contrario, un eccessivo dosaggio giornaliero può provocare altrettanti effetti collaterali come anemia, nausea, trombosi, sudorazione eccessiva, vampate di calore e sensazione di oppressione al petto. Vediamo ora in quali alimenti possiamo trovare questa preziosa vitamina.
Vitamina K: gli alimenti che la contengono
Esistono diverse fonti in natura da cui possiamo assorbire la vitamina K. Prima di tutto, non possiamo non citare le verdure ‘verdi’, decisamente ricche di questa incredibile sostanza: tra esse facciamo riferimento agli spinaci, rucola, lattuga, ma anche asparagi, broccoli, cavoli, piselli e bietole. Ad esse, vanno poi aggiunti anche il sedano e il kiwi, frutto esotico che vanta diverse sostanze e proprietà benefiche per l’organismo – ma anche cipolle, avocado, frutti di bosco e melograno.
Un alimento meno conosciuto è invece il natto, il quale possiede il primato in quanto ad ingredienti ricchi di vitamina K. Si tratta di un composto di soia fermentata, molto utilizzato nella cucina orientale e asiatica, che ne contiene ben 850 microgrammi. Infine – per quanto riguarda il mondo animale – è possibile assumerla tramite il consumo di carne bianca, formaggi a pasta dura e fegato di manzo.