I morti di Covid in Italia hanno fatto risparmiare all’Inps oltre un 1 miliardo di euro

I morti di Covid sono stati soprattutto persone molto anziane. Per l’Inps questo significa risparmio in termini di spese pensionistiche.

Getty Images/Antonio Masiello/Archivio

Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 70.852 unità. Da ieri 388 morti e 110.840 guariti. I casi attualmente positivi sono 40.205 in meno rispetto a ieri. I ricoveri scendono  di 448 unità e in terapia intensiva -54 assistiti da ieri.

I morti di Covid fanno risparmiare l’Inps

La pandemia di Covid, in termini di decessi, ha colpito soprattutto la fascia anziana del Paese: i pensionati. Per questo – stando nono Rapporto di Itinerari previdenziali – solo nel 2020 il virus ha fatto risparmiare ai conti dell’Inps 1,1 miliardi di spesa pensionistica. E, secondo le stime degli esperti, fino al 2029 si avrà di conseguenza una spesa minore per 11,9 miliardi. Considerato anche le adesioni a Quota 100, che si sono rivelate minori del previsto, l’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali speciali durante la pandemia e la recente ripresa dell’occupazione, Itinerari Previdenziali prevede che il rapporto spesa pensionistica/PIL dovrebbe ridursi dal 14,27% del 2020 al 13,19% del 2021, migliorando fino al 12,32% nel 2024.

Il Centro Studi e Ricerche presieduto da Alberto Brambilla ha stimato, inoltre, che la riduzione dei flussi di pensionamento a partire da quest’anno dovuta alla cancellazione di Quota 100 da parte del Governo dovrebbe permettere di ammortizzare nel giro di 2 o 3 anni le perdite prodotte dai lockdown e dalle chiusure protratte per mesi. Gli economisti aggiungono che, affinché  si mantenga la sostenibilità pensionistica, sarà  indispensabile intervenire su 4 ambiti: alzare l’ età di pensionamento che – secondo gli esperti – in Italia è troppo bassa; favorire la permanenza sul lavoro delle fasce più anziane della popolazione; fare in modo che gli anziani restino attivi e non si ammalino attraverso adeguata prevenzione; intensificazione della formazione professionale.

Tra gli errori del passato da non ripetere sicuramente l’anticipo eccessivo della pensione: sono 476.283 gli assegni previdenziali pagati dall’Inps da 40 anni o più a persone andate in pensione nel lontano 1980 o ancora prima. Ci sono persone che godono della pensione da ben 46 anni: troppi secondo le stime degli economisti. Prestazioni corrette sotto il profilo attuariale non dovrebbero superare i 20/25 anni, sottolinea il Rapporto di Itinerari Previdenziali. In conclusione, secondo il rapporto, la pandemia di Covid paradossalmente alle casse dell’Inps ha portato anche benefici in termini di risparmio ma è essenziale non ricadere negli errori del passato e non consentire ad un anziano ancora in buona salute di lasciare il lavoro e beneficiare della pensione maturata negli anni. Si pone, tuttavia, un altro problema da risolvere allora: più gli anziani restano sul luogo di lavoro e meno posti si libereranno per i giovani i quali, restando disoccupati, forse saranno costretti a ricorrere al Reddito di Cittadinanza.

 

 

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