Vaccino, arrivano i risarcimenti in caso di danni: può essere il primo passo verso l’obbligo

Il Governo, dopo oltre un anno dall’avvio della campagna vaccinale, inizierà ad erogare i risarcimenti in caso di danni. Ma non tutti ne avranno diritto.

Getty Images/Hugh Hastings

E’ passato più di un anno dal quel fatidico Open Day con il quale si dava avvio alla campagna di vaccinazione contro il Covid, il virus che in pochi mesi aveva messo in ginocchio il mondo facendo il salto di specie. Da allora circa il 90% della popolazione italiana ha ricevuto almeno due dosi e più del 60% tre. Non sono mancati casi di reazioni avverse e, in rari casi, decessi a seguito dell’inoculazione come il caso della 18enne genovese Camilla Canepa, morta dopo la somministrazione di Astrazeneca. A distanza di oltre un anno e con l’obbligo esteso ad un crescente numero di categorie, il Governo  Draghi ha previsto – nell’ambito del decreto Sostegni-ter – degli indennizzi per le persone che dovessero subire dei danni dalla somministrazione del vaccino. I risarcimenti verrebbero erogati tramite un fondo di 50 milioni per il 2022 e di altri 100 milioni stanziati per il 2023. L’ indenizzo dovrebbe riguardare anche le categorie non sottoposte a obbligo. Avere il risarcimento non sarà, tuttavia, così facile. Occorrerà, infatti, fare una distinzione tra: evento avverso, un episodio sfavorevole riscontrato ma che non è detto sia stato causato proprio dalla vaccinazione; reazione avversa, risposta nociva e non intenzionale alla vaccinazione, per la quale è possibile stabilire una relazione causale; effetto indesiderato, legato alla vaccinazione, ma che può anche non portare a cause nocive. Chiunque pensi si aver riportato reazioni avverse correlate al vaccino dovrà provare di aver subito lesioni o infermità così gravi da aver causato una menomazione permanente dell’integrità psico-fisica; provare che il danno subito è davvero una conseguenza del vaccino somministrato.

Il fatto che il Governo inizi a valutare gli indennizzi potrebbe essere il primo passo verso l’obbligo vaccinale per tutti. Per il momento il farmaco è obbligatorio per Forze dell’Ordine, personale medico e sanitario, personale scolastico e persone con 50 anni o più a prescindere dalla professione svolta. Ma il Decreto Sostegni Ter ha introdotto l’estensione dell’indennizzo anche alle vaccinazioni non obbligatorie: rientra in questa categorie il vaccino anti covid-19 per la generalità della popolazione, per la quale vaccinarsi non è obbligatorio, ma solo raccomandato. La procedura di indennizzo è di competenza è di competenza delle Regioni. Per richiederlo quindi occorre fare riferimento alla propria Regione di residenza, nei modi da essa stabiliti. Per prima cosa si dovrà inviare la documentazione alla ASL regionale di competenza la quale avvierà l’istruttoria e verificherà la completezza di tutti documenti inviati dal cittadino. Dopodiché invierà la documentazione alla CMO -Commissione medica ospedaliera – che convocherà il richiedente per una visita di verifica e confermerà o meno il nesso causale tra il danno riportato dal cittadino e il vaccino covid. La Commissione invierà poi il verbale all’interessato, che potrà fare ricorso entro 30 giorni al Ministero della salute, inviandolo a “Ministero della Salute Dipartimento Professioni Sanitarie Ufficio XV Via Giorgio Ribotta, 5 00144 ROMA”.

 

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