Le aziende farmaceutiche hanno mentito, oltre la metà dei positivi sono vaccinati, dice Maria Rita Gismondo

La dottoressa Maria Rita Gismondo torna a parlare di vaccini e assume una posizione decisamente diversa dai suoi colleghi.

Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 192.320 unità. Da ieri 380 morti e 136.152 guariti.  I casi attualmente positivi salgono a 2.626.590, +64.434 rispetto a ieri. I ricoveri crescono di 52 unità mentre in terapia intensiva -27 assistiti da ieri.

Gismondo: ci hanno mentito sui vaccini

Ce lo chiediamo tutti da mesi ormai: come è possibile che aumenta il numero di persone vaccinate e, parallelamente, aumentano anche i contagi e i ricoveri? Addirittura, secondo il report di ottobre 2021 dell’ISSIstituto Superiore della Sanità – la maggior parte delle persone con più di 80 anni ricoverate in terapia intensiva o decedute con il Covid, erano tutti vaccinati con due dosi. E anche chi ha già ricevuto la terza inoculazione continua ad ammalarsi: ne è un esempio l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, il professor Massimo Galli che ha contratto il Covid in forma molto brutta nonostante le tre dosi ricevute. Eppure l’esperto non ha mancato di sottolineare che dobbiamo vaccinarci tutti. Di parere un po’ diverso, un altro medico del Sacco, la dottoressa Maria Rita Gismondo, direttrice del reparto di Microbiologia Clinica e Virologia del nosocomio milanese. Ospite della trasmissione Dritto e Rovescio su Rete 4, Gismondo ha affermato: “Io sono una vaccinista ma i CEO delle aziende che producono i vaccini ci hanno mentito. Ci hanno presentato i vaccini come la cura definitiva all’emergenza Covid quando in realtà sapevamo tutti benissimo che non sarebbe stato così”. Parole molto forti e sorprendenti in quanto pronunciate da un medico.

Gismondo spiega meglio cosa intende nell’utilizzare il termine “mentire”. Il medico non sostiene certo che i vaccini non siano stati utili o che siano dannosi. Specifica che, però, hanno creato una falsa illusione di immunità mentre anche chi è vaccinato può ugualmente infettarsi e contagiare al pari di chi non lo è. “I vaccini siano stati sì un’arma importante in un momento in cui non avevamo alternative. Ma quando a giugno 2020 ne sentivamo parlare come la soluzione, scientificamente stavamo ascoltando delle falsità. Per virus come questo, infatti, è impossibile trovare un vaccino definitivo visto che mutano in continuazione, con una variante dopo l’altra”. Già prima di Natale la virologa aveva espresso la sua perplessità circa continuare a vaccinare con farmaci formulati sulla variante originaria del virus mentre da mesi, in Italia, ne circolano altre.

E, per quanto riguarda le false certezze indotte, la dottoressa prosegue: “Abbiamo creato delle false convinzioni, oltre metà dei contagiati che abbiamo oggi sono persone vaccinate che però spinte da errate rassicurazioni trascurano i comportamenti sicuri com l’utilizzo di mascherine”. E, in questi termini, la situazione può solo peggiorare in quanto dal 10 gennaio per salire sui mezzi pubblici è necessario essere guariti o vaccinati: non basta più l’esito negativo di un test rapido. Ma il test rapido – con tutti i limiti che può avere – è l’unico modo per sapere se si ha il Covid addosso o no in quel preciso momento. Pertanto il rischio è di avere tram, autobus, metropolitane e treni popolati da vaccinati positivi senza saperlo. Che senza saperlo diffondono ulteriormente l’infezione. Gismondo scoperchia un altro tabù, quello delle cure complementari al vaccino: monoclonali e antivirali. La dottoressa conclude: “Parlare di terapie è ancora un tabù  e invece monoclonali e antivirali sono molto utili per trattare i pazienti nelle prime 48-72 ore. Peccato che per avere accesso a queste cure sia necessario seguire un lungo iter burocratico che, facendo perdere tempo al paziente, di fatto le vanifica”. 

Di tutt’altro parere il virologo Roberto Burioni: secondo l’esperto gli attuali vaccini proteggono eccome anche contro la variante Omicron, la più diffusa in Italia e in Europa da settimane ormai. Il medico ha spiegato che una persona vaccinata – specialmente se vaccinata con tre dosi – è più protetta dall’infezione e, soprattutto, corre in misura notevolmente minore il rischio di finire in rianimazione o morire. Burioni ha sottolineato: “Gli ultimi dati dell’ISS mostrano una protezione molto superiore al 90% con tre dosi”. Dunque l’indicazione della maggior parte degli esperti resta quella di continuare a vaccinarsi tranquillamente

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