Lo strappo di Mario Draghi: Super Green Pass obbligatorio sul posto di lavoro, per tutti

Il piano del presidente del Consiglio Draghi è quello di rendere obbligatorio il Super Green Pass per tutti i lavoratori, ma alcuni ministri non sono d’accordo.

Mario Draghi
Antonio Masiello/Getty Images

Oggi, il Governo si riunirà in Consiglio dei ministri, al fine di varare il terzo decreto in sole due settimane. Nell’arco di quattordici giorni, il nuovo Super Green Pass è divenuto obbligatorio quasi ovunque. Le misure scatteranno però in data 10 gennaio. Nell’incontro odierno, il presidente del Consiglio Mario Draghi cercherà di convincere i ministri del ruolo fondamentale del Super Green Pass, provando a renderlo obbligatorio sul posto di lavoro.

Alcuni ministri non sono d’accordo con questa mossa. Specialmente nell’area gialloverde. Giancarlo Giorgetti della Lega, Ministro dello sviluppo economico, è contrario all’idea del 2G come in Germania (solo guariti e vaccinati). Inoltre Stefano Patuanelli (M5S), ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, vorrebbe un’alternativa all’obbligatorietà del Super Green Pass sul posto di lavoro, come ad esempio un maggiore incentivo allo smartworking. Gli altri partiti, dal PD a Forza Italia, sembrano invece tutti piuttosto favorevoli ala scelta di Draghi, per poter porre uno stop deciso al boom di contagi legato alla variante Omicron.

L’obiettivo prefissato da Mario Draghi è uno: stringere per contenere i danni, al fine di uscire dalla situazione problematica in modo rapido, senza ostacolare la crescita economica. Per attuare questo piano è fondamentale uno step: convincere i no-vax che lavorano. Le cifre parlano di due milioni e mezzo di lavoratori opposti alla campagna vaccinale. Secondo le stime del Governo, inoltre, la metà di quelli che non hanno effettuato nemmeno la prima dose ha un lavoro.

A livello tecnico-legislativo, il Super Green Pass ha un impianto sanzionatorio, che resterebbe uguale: lo stipendio non verrebbe percepito, ma il posto di lavoro – qualora questo sia indeterminato – verrebbe conservato. Con l’introduzione di questo decreto, che imporrebbe di fatto la vaccinazione, sarebbe fondamentale capire come regolare le sanzioni per coloro che si rifiutano di sottoporre al vaccino. Il tempo, però, stringe. Specie perché non sembra esserci un accordo politico chiaro. Dunque, Draghi dovrà compiere un lavoro di sintesi, l’ennesimo della sua esperienza al Governo.

Qualora Mario Draghi riuscisse a convincere tutti, o semplicemente tirasse dritto per la sua strada, il decreto legato al Super Green Pass obbligatorio sul posto di lavoro potrebbe già essere chiuso oggi. È molto difficile, però, che le nuove normative entrino in vigore nella giornata di lunedì 10, come per le altre normative che prevedono l’obbligo del Super Green Pass per altre attività. Realisticamente, se l’annuncio dovesse arrivare entro la fine di questa settimana, l’obbligo potrebbe scattare da inizio febbraio. Il goal del Governo sta nel piegare la curva dei contagi quanto prima, con il picco che si attende per metà gennaio.

In alternativa all’obbligo di Super Green Pass per tutti i lavoratori, si andrebbe incontro ad un pacchetto di misure più soft. La riunione di oggi potrebbe infatti decretare delle misure più articolate rispetto al piano iniziale di Draghi, che comunque resta una concreta possibilità. Si parla di estensione del Super Green Pass per gli over 60 (o over 50) e alcune categorie di lavoratori, terza dose per gli over 12 e nuove regole legate allo smartworking. Questo potrebbe essere un risultato plausibile che potrebbe scaturire dall’incontro tra Draghi e i presidenti delle Regioni.

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