Il Vescovo dice ai bambini che Babbo Natale non esiste. E ai genitori non piace

Dai vertici della Chiesa parole in controtendenza sul Natale e il significato dei simboli della tradizione.

Da qualche anno il Santo Natale è diventato oggetto di discussione filosofica e, talvolta, politica. La festa della nascita di Gesù che dovrebbe comportare gioia e unione familiare viene sempre più spesso messa in discussione. Lo scorso anno fu il giornalista Roberto Saviano a dissacrare la nascita di Cristo con l’ immagine di una partoriente immersa nel sangue che, nelle sue intenzione, sarebbe dovuta essere la Vergine Maria. Qualche settimana fa è stata la volta dell’Europa che ha caldamente consigliato di non usare i termini “Maria” e “Natale” per non offendere chi professa una confessione religiosa diversa da quella Cristiana. Fino ad arrivare all’europarlamentare che ha proposto sui social l’immagine della Madonna in versione transessuale con tanto di barba.

A parlare del Natale e a suscitare clamore è ora un membro della Chiesa stessa: monsignor Antonio Staglianò, il vescovo di Noto. Dalla sua bocca affermazioni come “il Presepe è brutto” e “Babbo Natale porta i doni solo ai figli delle famiglie che possono permettersi di acquistarli“. Nel corso di una funzione religiosa, di fronte ad una platea composta anche da bambini, il vescovo ha sostenuto che Babbo Natale non esiste provocando, come prevedibile, il disappunto di parecchi genitori. Monsignor Stagliano ha cercato di fare ammenda spiegando: “Babbo Natale è un personaggio inventato in funzione dell’ipermercato. Esiste per i figli dei genitori che possono permettersi di comprare i regali. le mie parole hanno fatto tanto scalpore perché ho toccato un simbolo dell’ipermercato. Il Natale non appartiene più alla tradizione Cristiana, ce lo hanno rubato“.

Una spiegazione che, seppur molto ruvida da far accettare ad un bimbo, può tutto sommato essere accettata come critica dell’era consumistica in cui viviamo. E’ certamente vero che, spesso, il Natale viene visto e vissuto in funzione dei regali più che in funzione della nascita di Gesù Cristo. Ma anche sulla nascita di Gesù, il vescovo di Noto non si risparmia e biasima quello che da sempre è il simbolo per eccellenza della tradizione: il Presepe: “Come si fa a dire che il Presepe è bello? Il Bue e l’asinello sono animali, non chiedono il permesso per fare i loro bisogni. Nessuno vorrebbe nascere in quelle condizioni. Nessuno vorrebbe nascere in quel luogo spazzatura. Il significato del presepe è proprio quello: Gesù è vento al mondo per dire ‘nessuno deve nascere come sono nato io’ “.

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