Whirlpool, 320 lavoratori licenziati. Francesco “Andrò a chiedere l’elemosina e darò i soldi a chi è più povero di me”

Francesco Petricciuolo è un padre di famiglia rimasto senza un lavoro dopo la chiusura della sede Whirlpool di Napoli. Senza speranza pensa di andare a chiedere l’elemosina.

Getty Immages/Stefano Guidi

Dopo l’Ilva di Taranto ora è la volta di un altro colosso con sede al Sud. Sono 320 i lavoratori della Whirlpool di Napoli che da due anni e mezzo attendono una soluzione in seguito ai licenziamenti avviati dalla fabbrica partenopea. Whirlpool non è disposta a cedere l’azienda e, pertanto, la situazione di 320 operai rimane in stallo. Uno degli ex dipendenti licenziati , Francesco Petricciuolo, un padre di famiglia, ha spiegato che, per lui e tanti come lui, l’unica strada possibile sembra ormai quella di sedersi sui gradini di una chiesa e chiedere l’elemosina: “Il dolore della mia famiglia è un po’ il dolore di tutti quanti. Whirlpool ormai mi ha licenziato.Andrò a chiedere l’elemosina, mi metterò fuori da una Chiesa, lo farò ma quello che riuscirò a ricavare non lo terrò per me, lo darò a chi ha più bisogno di me. Io ho avuto la fortuna di lavorare per 30 anni, ci sono giovani che non vedranno mai la pensione“.

L’uomo spiega che un’alternativa ci sarebbe: trasferirsi al Nord dove già si trova gran parte della sua famiglia. Ma Francesco non ci sta, non vuole arrendersi a dover abbandonare la sua terra senza rima combattere fino all’ultima battaglia. Il Sud deve essere rilanciato, non abbandonato: “La mia famiglia è composta da 5 persone: sono l’unico rimasto qui a Napoli, gli altri sono tutti andati al Nord. Questo per darvi un’idea di che cos’è il lavoro a Napoli. Cosa arriverà a Napoli? Ben poco. C’è l’alternativa di andare a Varese ma non si lavora solo a Varese, di deve lavorare anche a Napoli.Si parla di rilancio del Sud e allora riapriamo quella fabbrica. Quella fabbrica è funzionante è stata chiusa solo per un capriccio di un amministratore delegato ma i motivi per chiuderla non ci sono“.

La rabbia di questo ex lavoratore è la rabbia di tutti i padri di famiglia rimasti per strada dall’oggi al domani e che non sanno come garantire ai propri figli un tetto sicuro e un avvenire dignitoso. Francesco non esita a mettere sul tavolo anche le responsabilità della Politica e, in particolare, di chi faceva promesse quando non era al Governo ma ora – dal Ministero che gli compete – non sta facendo molto: “Nel novembre 2020 l’attuale Ministro del lavoro Andrea orlando, in tv diceva che il problema Whrlpool era colpa del Governo. Ora c’è lui al Governo e non sta facendo niente. Si dimetta e lasci il osto a qualche giovane capace. L’Italia ha bisogno della politica costruttiva, della politica industriale e non delle chiacchiere. Qui a Napoli siamo abituati alla chiacchiere”.

 

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