Di Maio vuole dai contribuenti un miliardo in più per il Reddito di Cittadinanza

Reddito di cittadinanza di nuovo al centro del dibattito politico, alcuni vorrebbero eliminarlo ma Di Maio non molla e propone delle modifiche

Di Maio Rdc
Luigi DI Maio/ Getty images /Franco Origlia

Il governo Draghi è pronto a dire di nuovo sì al Reddito di cittadinanza, la misura grillina introdotta durante il governo Conte e sempre al centro del dibattito politico, con il centro destra di Lega e Fratelli d’Italia che non si mostrano tanto favorevoli alla riconferma della misura da una parte e Pd e il M5S che spingono per la revisione dall’altra. La necessità di un cambio di rotta è apparsa chiara questa volta anche il ministro degli esteri Luigi Di Maio, che pur non volendo assolutamente abbandonare la misura di contrasto alla povertà, ha proposto delle correzioni per risolvere le numerose problematiche che sono emerse in questi mesi. Da quanto si legge nell’intervento di Luigi Di Maio, presente nell’ultimo libro di Bruno Vespa “Perché Mussolini ha rovinato l’Italia (e come Draghi la sta risanando)”, uno dei nodi più problematici ossia il coordinamento con i centri per l’impiego potrebbe trovare una soluzione grazie ad una notifica diretta” fatta dalle imprese ai beneficiari del reddito in modo da eliminare il passaggio intermedio con i Centri e arrivare direttamente al richiedente, e aggiunge “con il miliardo e mezzo che non abbiamo speso per l’attivazione di Centri per l’impiego, costruiamo un rapporto diretto tra l’offerta e la domanda in modo da portare a casa compensi congrui e dignitosi”.

E se tali offerte dignitose vengono rifiutate, il percettore del reddito perde l’assegno, questo per evitare che il rihiedente rifiuti le proposte per poter accedere al sussidio alimentando il mercato del lavoro nero. É chiaro quindi che a breve si arriverà ad una correzione del sussidio, per il quale sono stati stimati 7,7 miliardi di spesa per il 2022; a questi si dovrebbe aggiungere un ulteriore miliardo e mezzo per un totale di circa 8,8 miliardi di euro per una spesa che si equipara a quella del 2021. Ad oggila norma che regola il sussidio prevede che al terzo rifiuto da parte del beneficiario quest’ultimo perda il reddito, e in questi giorni è stato proposto anche di diminuire l’assegno dopo il secondorifiuto. Oltre a questo è emersa la necessità di modificare l’assegnazione del reddito in base al nucleo familiare, come suggerito dal ministro del lavoro Orlando, in quanto si è visto come il sussidio “penalizza le famiglie numerose“. In generale quindi il governo punterà su maggiori controlli in fase di assegnazione del sussidio, anche se Grillo non lo ritiene necessario e commenta sul suo blog che il Reddito di cittadinanza “è una delle misure più controllate”.

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