“Certe cose non devono accadere”. Blindati e zone rosse per fermare la protesta Green Pass

Il premier Mario Draghi, in accordo con il capo del Viminale Luciana Lamorgese, pronto ad adottare la linea dura in previsione dei prossimi cortei contro il Green Pass.

Getty Immages/Antonio Masiello

Quanto accaduto sabato 9 ottobre nelle piazze di Roma e Milano non deve più accadere. E su questo tutta i politici – trasversalmente al colore – sono d’accordo. Anche il leader della Lega Matteo Salvini ha fermamente condannato gli episodi di violenza ed espresso solidarietà al segretario della CGIL – la cui sede è stata occupata – Maurizio Landini. Tuttavia, il numero uno del Carroccio non ha mancato di puntare il dito contro il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Quale la colpa del capo del Viminale? Una sorveglianza non abbastanza attenta, evidentemente. Salvini ha puntualizzato che sabato a Roma era presente anche Giuliano Castellino, estremista di Destra il quale era sottoposto a daspo e con tanto di braccialetto elettronico e divieto di presenziare a manifestazioni pubbliche. Eppure Castellino era in piazza sabato.

Lamorgese, dal canto suo, non ha tardato a rispondere alle accuse e già promette il pugno duro. “Mai si dovrà ripetere quello che è successo due giorni fa” – ha puntualizzato il ministro. La tensione ora è altissima, forti i timori per le proteste già annunciate per il prossimo fine settimana: a partire da venerdì quando entrerà in vigore l’obbligo di Green Pass per tutti i lavoratori. Le questure di tutta Italia stanno ricevendo richieste di autorizzazione per manifestazioni e cortei. Il presidente del Consiglio Mario Draghi d’intesa con Lamorgese, ha deciso di seguire la linea dura: limitare al massimo la concessione delle autorizzazioni a manifestare, impedendo i cortei e lasciando soltanto la possibilità di sit in organizzati in luoghi distanti dalle sedi istituzionali che dovranno essere protette con presidi fissi e blindati come appunto nelle «zone rosse». Ma gli esponenti del Governo devono fare i conti con un altro problema: i poliziotti no vax. Una pianificazione che dovrà fare i conti con i vuoti in organico. Nella Polizia la pattuglia no vax risulta piuttosto ampia. Soltanto a Roma si calcola che potrebbero essere circa 600 i poliziotti che non hanno la certificazione verde e che, pertanto, dovrebbero rimanere a casa. La prima a essere stata lasciata a casa è il vicequestore Nunzia Alessandra Schilirò, sospesa dalla Polizia per le sue posizioni anti Green Pass.

A ciò si aggiunge che tra appena venti giorni Roma ospiterà il G20, evento internazionale con i capi di Stato e di Governo che arriveranno nella capitale con centinaia di persone al seguito. E l’appuntamento più  temuto dagli apparati di sicurezza perché l’attenzione del mondo sarà concentrata sull’Italia e le frange estreme della protesta mirano a prendersi la scena. Intorno alla Nuvola — luogo che ospiterà il summit — sarà istituita una «zona rossa». L’attività di prevenzione sarà decisiva per evitare che la città sia messa a ferro e fuoco dai gruppi di estremisti che già minacciano di arrivare per «assaltare e sfasciare», come annunciano da giorni sui profili social e nelle chat.

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