In pensione più tardi se non avete avuto la possibilità di fare famiglia e avere figli, dice Carlo Cottarelli

Il Governo in questi giorni sta affrontando i nodi che da sempre attanagliano il Paese: spesa pubblica, crisi economica, deficit demografico e pensionamento.

Carlo Cottarelli/Stephen Jaffe/ Getty Images

Ma è soprattutto quest’ ultimo tema che è oggi è molto combattuto all’ interno di Palazzo Montecitorio in vista della riforma del sistema pensionistico 2022, dove sono al vaglio diverse proposte. La commissione lavoro della Camera e in particolare la componente del partito democratico sta valutando diverse soluzioni, come quella di rendere effettiva “Opzione donna”, che riconosce il diritto di andare in pensione con 35 anni di contributi o 58 o 59 anni di età o quella di estende l’ Ape sociale anche ad altri lavori considerati “gravosi”(oggi una quindicina). Ancora tra le varie proposte vi è quella di Forza Italia, simile a quella di Fratelli d’ Italia che ipotizza una sorta di uscita anticipata “con penalità”, ovvero la possibilità di accedere al pensionamento per quei lavoratori che hanno versato almeno 35 anni di contributi e hanno raggiunto almeno 62 anni di età anagrafica, a patto che l’importo del trattamento non sia inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale e con una riduzione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto al limite dei 66 anni.

Sembra, tuttavia, evidente che il Governo non voglia operare una proroga di Quota 100, anche se sta escogitando altri meccanismi per evitare il brusco ritorno alla legge Fornero la quale, a sua volta, giudica il sistema pensionistico voluto da Matteo Salvini, come “iniquo”. La commissione deve sbrigarsi a produrre il testo definitivo, in quanto è imminente la scadenza sul calendario: da prassi, infatti, la Legge di Bilancio dovrebbe intraprendere il proprio iter parlamentare attorno alla metà di ottobre.  Se le proposte relative alla riforma delle pensioni 2022 sembrano affiorare dalle parti estreme dell’ arco costituzionale, da Destra a Sinistra, tardano invece ad arrivare quelle de Movimento 5 Stelle capitanate dall’ ex premier Giuseppe Conte, che in questa partita partecipa da spettatore “passivo”.

Carlo Cottarelli: il problema del sistema pensionistico è il crollo demografico

In realtà il sistema pensionistico rischia di implodere: l’ Italia ha registrato uno dei tassi più bassi di natalità al mondo e uno tra i più alti in merito al tasso di anzianità della sua popolazione e considerando che il peso delle pensioni deve essere sopportato dai giovani “attivi”, cioè in forza lavoro è del tutto evidente che occorre correre ai ripari.

Ne è del tutto cosciente anche Carlo Cottarelli, economista e all’ epoca designato da Mattarella per formare un Governo Tecnico durante la prima crisi di Governo del 2018, incarico al quale rinunciò. Attualmente direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano, ha voluto rendere pubblica la sua proposta con un tweet. Sul profilo dell’economista, infatti, si legge: “Secondo l’Istat, i nati in Italia nel 2021 scenderanno sotto i 400 mila. Con pochi figli ci saranno meno lavoratori a produrre ciò che è necessario per gli anziani, obbligando questi a ritardare il pensionamento.

Dunque per il professore, la soluzione sarebbe quella di mandare in pensione anticipata coloro che hanno fatto figli, a differenza di chi non gli ha fatti, soluzione che di primo acchito può considerarsi logica, se non addirittura scontata. Il problema è che riflettendoci sembra non esserlo, o meglio appare slegata dalla realtà: non tiene in considerazione il costo della vita divenuto persino insopportabile per le nuove generazioni che spesso tirano a campare attraverso un sistema di lavoro precario. E il lavoro precario, non consente al giovane di poter accedere a dei mutui o a dei finanziamenti per comprarsi casa o avviare un’ attività e rendersi indipendente senza contare chi, per limite biologico, non può mettere al mondo figli. Occorrerà pensare ad una soluzione più realistica.

 

 

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