“Alcuni colleghi mi hanno tolto il saluto. Sì, posso perdere il lavoro” dice il vicequestore Nunzia Schilirò

Il vicequestore Nunzia Alessandra Schilirò racconta come è cambiata la sua vita in pochissimi giorni, dopo le sue affermazioni sul Green Pass.

Sono bastate quelle parole pronunciate dal palco di Piazza San Giovanni a Roma per cambiare, nel giro di pochissimi, giorni la vite di Nunzia Alessandra Schilirò, vicequestore capitolino con alle spalle una carriera costellata da riconoscimenti, premi e dure battaglie contro la pedofilia e le violenze sessuali sulle donne. E’ bastato che la poliziotta esprimesse il suo dissenso verso il Green Pass obbligatorio per cancellare, con un colpo di spugna, anni di fedele servizio allo Stato italiano. Ora Schilirò rischia il licenziamento ma la donna non rinnega le sue idee e, men che meno, di averle espresse pubblicamente. Intervistata dalla Repubblica, il vicequestore ha dichiarato: ” Il Green pass obbligatorio viola gli articoli della prima parte della Costituzione. E se una legge è illegittima ho il dovere di dirlo proprio perché sono una rappresentante dello Stato. Sono una poliziotta. Se una legge è illegittima ho il dovere di dirlo secondo l’articolo 54 della Costituzione. Il green pass è uno strumento di discriminazione”.

Tuttavia non può negare che la sua vita è stata praticamente stravolta, i suoi stessi colleghi la evitano o – peggio – la trattano come fosse una terrorista, una persona che incita le folle alla violenza: “Alcuni colleghi non mi salutano più, mi vedono come un mostro. Per altri sono un’eroina. Non mi sento né l’uno, né l’altra… La stessa amministrazione mi ha mandata per anni in televisione a rappresentarla per le indagini che ho svolto. Adesso mi indicano come una terrorista” – ha spiegato la poliziotta consapevole che presto potrebbe dover dire addio per sempre alla divisa. Ma ci vuole ben altro per metterla a terra. Schilirò, sicura di non aver commesso alcun reato e di avere dalla sua milioni di cittadini, ha già annunciato battaglie legali qualora venisse licenziata per le sue posizioni personali sul patentino verde. Anche perché sul palco di piazza San Giovanni, la donna, non indossava alcuna divisa: era lì in quanto privata cittadina.

 

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