Samuele, la famiglia non era stata informata sui problemi del domestico

Si giustifica Mariano Cannio l’assassino di Samuele bimbo di Napoli di appena 4 anni, e dice che sul balcone ha avuto un capogiro, ma il giudice non è convinto.

Samuele TikTok Cannio
Samuele nel video TikTok girato da Cannio /Facebook

 

Resta in carcere per ora Mariano Cannio, il domestico 38enne di Napoli che venerdì 17 settembre ha ucciso Samuele Gargiulo, 4 anni ancora da compiere, lanciandolo nel vuoto dal balcone della sua abitazione al 3° piano. L’uomo era in servizio presso la famiglia di Samuele e si trovava con il bimbo in braccio sul balcone quando afferma di aver avuto un capogiro che gli ha fatto perdere l’equilibro e la presa sul bambino. L’uomo ha poi dichiarato di soffrire di problemi psichici e di essere attualmente in cura per schizofrenia in un centro di igiene mentale in via di Santa Maria Antesecula nel rione Sanità, ma ha anche ammesso di non averlo mai riferito alla famiglia di Samuele “Non ho mai detto alla famiglia Gargiulo che ero in cura presso il centro di igiene mentale tantomeno che soffrivo di schizofrenia” ha dichiarato agli inquirenti.

Al momento Cannio è in cella, assegnato viste le sue condizioni nella “sezione speciale per infermi e minorati psichici” del carcere di Poggioreale. Ma il giudice Valentina Gallo, dopo le dichiarazioni contrastanti ma coscienti dell’imputato, non ritiene plausibile l’ipotesi del capogiro improvviso: inizialmente nel primo interrogatorio Cannio aveva dichiarato di aver preso il bambino in braccio ma di non sapere come fosse caduto, poi aveva ammesso di averlo fatto cadere per errore e di essere uscito dall’abitazione dei Gargiulo dopo l’incidente per mangiare una pizza nel rione Sanità, infine in una terza dichiarazione ha di nuovo cambiato versione attribuendo la causa della caduta del piccolo ad un malore: “mi sono affacciato dal balcone mentre avevo il bambino in braccio perché udivo delle voci provenire da giù. A questo punto ho lasciato cadere il bambino di sotto. L’ho fatto perché in quel momento ho avuto un capogiro”. Questa ennesima versione però non convince il giudice che ha dichiarato: “La circostanza del capogiro, non dichiarata in prima battuta (…) non appare credibile allo stato, non reputandosi verosimile che l’indagato avesse avvertito un malore di tale intensità della durata circoscritta all’istante in cui lasciava la presa del bimbo che aveva in braccio”. 

Insomma per il giudice Gallo le parole di Cannio non sono plausibili, e nemmeno il suo comportamento a ridosso della vicenda è sembrato convincente: da subito calmo e misurato, l’indagato si era dimostrato cosciente e consapevole sia prima che dopo l’accaduto, ed aveva raccontato i fatti, seppur cambiando versione, sempre in maniera molto precisa. Inoltre ad aggravare la situazione per lui, è stato ritrovato un video caricato sul suo profilo TikTok, dove si vede il piccolo Samuele ripetere la frase “ti butto giù perchè sei na lota” –una schifezza- il che farebbe pensare non solo alla volontarietà del gesto ma anche alla sua premeditazione. Rimane quindi da chiarire il movente di un tale gesto, ma nel frattempo il giudice per le indagini preliminari ha confermato il fermo per Cannio, che rimane in carcere per omicidio volontario.

 

 

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