Il Governo non si ferma, controlli a tappeto: chiuse 11 strutture, 97mila euro di multe

I controlli del Governo non si placano: chiuse ben 11 strutture nelle ultime ore. Sanzioni alle stelle e imprenditori sempre più in ginocchio.

Getty Immages/Vincenzo Izzo

Chi pensava che dopo Ferragosto i controlli disposti dal Governo avrebbero subito una battuta d’arresto, sbagliava di grosso. Nelle ultime ore sono state chiuse ben 11 strutture nell’ambito dei controlli anti-covid. Ad essere colpiti, questa volta, non ristoranti o bar ma stabilimenti termali, centri benessere e spa. Le attività di controllo, svolte dai Carabinieri del Nas d’intesa con il ministero della Salute guidato dal Ministro Roberto Speranza, hanno interessato complessivamente 628 strutture e attività: sono emerse irregolarità in 95 di esse, pari al 15% degli obiettivi ispezionati. Per 11 di queste 95 è scattata la sospensione. Nello specifico  sono emerse 38 violazioni sulla corretta attuazione delle misure anti Covid In particolare le “gravi carenze” riguardavano il mancato uso di dispositivi di protezione individuale e mascherine; assenza delle operazioni di sanificazione periodica, assenza di informazioni a favore delle utenze circa le norme di comportamento, assenza di distanziamento interpersonale e non rispetto della capienza massima negli ambienti

Ma non solo. Oltre alle chiusure sono scattate le immancabili sanzioni. Undici strutture sono state sanzionate poiché il gestore non aveva controllato che gli utenti fossero muniti del Green Pass. Ulteriori 104 violazioni hanno riguardato situazioni di irregolarità per motivi di pulizia ed igiene degli ambienti utilizzati nei trattamenti termali e di benessere, carenze strutturali e autorizzative sul corretto esercizio delle attività e presenza di personale privo di idonea qualifica professionale per lo svolgimento di attività estetiche e massaggi. In tutto sono state segnalate 98 persone all’Autorità giudiziaria e amministrativa, sono stati sequestrati  oltre 660 kg di prodotti alimentari detenuti presso le aree di ristoro e somministrazione delle attività, contestando violazioni amministrative per 97mila euro. A fronte di attività che stentano a rimettersi in piedi, controlli e sanzioni non si arrestano,

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