Prima di decidere l’obbligo di vaccinazione si devono conoscere le conseguenze, dice Massimo Cacciari

Il filosofo Massimo Cacciari – ex sindaco di Venezia – non risparmia critiche al Governo Draghi in merito al Green Pass e all’eventuale obbligo del vaccino anti Covid.

Getty Images/Roberto Serra

Che si tratti di Giuseppe Conte o di Mario Draghi, un vero filosofo non può sospendere la propria capacità critica. E così Massimo Cacciari, professore universitario ed ex primo cittadino di Venezia, torna all’attacco. A rischio – a suo dire – vi è la tenuta democratica del Paese con un Parlamento messo sempre più in disparte dalle continue proroghe dello Stato di Emergenza. Per Cacciari è necessario che vengano indicati con chiarezza i criteri in base ai quali verrà posto fine allo Stato di Emergenza. La decisione, secondo il filosofo, non può essere assunta in base all’ennesimo Dpcm di Palazzo Chigi. Ma non è tutto: l’ex Primo Cittadino della Serenissima si oppone con forza all’obbligo del Green Pass per accedere a determinati luoghi – tra cui molti luoghi di lavoro, scuole e università – e ad un eventuale obbligo del vaccino anti Covid su cui l’Agenzia Europea del Farmaco, l’Ema, si è espressa favorevolmente rimettendo la decisione unicamente ai Governi degli Stati. E i giuristi hanno avvallato l’ipotesi sostenendo che con una legge ad hoc sarebbe fattibile in tempi brevi imporre l’obbligo vaccinale.

Il filosofo non dice “no” al vaccino ma si sofferma sul fatto che prima di vaccinare bisogna riflettere sul mancato rispetto delle libertà individuali del cittadino: “Vorrei sentire dai giuristi: è o non è in contraddizione col regolamento UE 2021/953, che vietava ogni discriminazione, l’istituzione del Green Pass, nei termini in cui diventerà legge in Italia? E ai nostri illustri costituzionalisti vorrei chiedere: non sembra loro che la possibilità di obbligare a trattamenti sanitari dipenda dal pieno “rispetto della persona umana”? Non pensano che conditio sine qua non perché di rispetto per qualcuno si possa parlare è che costui venga correttamente informato?” – le parole di Cacciari il quale puntualizza che, in Italia, è mancata del tutto una corretta e approfondita informazione sulle possibili conseguenze – anche sul lungo termine – derivanti dalla somministrazione dei vaccini. “Risulta di essere stati precisamente informati su andamento dell’epidemia, vaccino, vaccini, loro possibili conseguenze? E da chi avrebbero potuto? Dai bugiardini dei Big Pharma in continua evoluzione? Navigando in rete tra diecimila notizie in contrasto? È un peccato discuterne, è anti-scientifico, è iscriversi a CasaPound?”.

Il professore spiega che sono gli stessi medici curanti, talvolta, a sconsigliare ai loro pazienti di vaccinarsi ma dopo non osano firmare alcun certificato. In questa situazione, pertanto, Cacciari riflette che sarebbe più  prudente attendere di conoscere le eventuali possibili conseguenze prima di imporre la vaccinazione a milioni di adolescenti e bambini i quali – ad oggi – rappresentano una minoranza tra i casi gravi di Covid. Cacciari conclude facendo un paragone con la Germania che ha preso una strada diversa rispetto all’Italia riguardo la vaccinazione dei minori “Come la mettiamo col diritto? Qui c’è un soggetto, che di per sé non rischia nulla o quasi, cui viene imposto un trattamento di cui si ignorano le potenziali conseguenze, a favore pressoché esclusivo di altri. In Germania sono no-vax perché hanno creduto di non procedere in questa direzione?”.  

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