Massimo Cacciari non accetta la gestione della pandemia dei Governo Conte

Arriva l’affondo del filoso ed ex sindaco di Venezia sulle misure adottate dal Governo, che sarebbero prive di logicità. E se non arriveranno misure di sostegno precise, mirate e rapide, rischiamo la catastrofe sociale

Massimo Cacciari, Facebook

Per il filosofo Massimo Cacciari, intervenendo al programma Piazza Pulita su LA7, la strategia del Governo per contenere la crisi sanitaria è del tutto ‘casual’, una non strategia che punta a “tenere in tutti i modi la gente a casa”, ma senza criteri coerenti nella scelta delle attività da chiudere o da tenere aperta. E il problema resta quello economico, che si acutizza sempre di più. “Mi intendo di logica, tuona Cacciari, e posso dire che si tratta di interventi che non hanno nessuna logicità. Poi di questa cosa non me ne frega più niente discutere”. Non vuol più sentir parlare del Covid il filosofo che sottolinea come la vera questione ora, “se vogliamo evitare la catastrofe sociale, prosegue, è che ci siano provvedimenti di aiuto e di sostegno alle categorie più colpite, che sono metà di questo Paese, in una forma o nell’altra più o meno direttamente”. Interventi che siano mirati, precisi, rapidi, e senza passaggi bancari burocratici, chiede Cacciari, altrimenti “questo è un paese che scoppia”, ammonisce.

Cacciari solleva anche il problema della asimmetria tra quelli che non hanno la protezione dello stipendio sicuro e invece le categorie super protegge. “Non è possibile mantenere la gente a zero euro al mese”, afferma, e chiama in causa statali e parastatali. “Forse non ci rendiamo conto perché siamo ben protetti ma prima o dopo arriveranno i tagli anche agli statali e parastatali, e con criteri paritari”.  Per l’ex sindaco di Venezia è infatti del tutto “impossibile, impraticabile, intollerabile, che questa crisi la paghi soltanto metà della popolazione italiana” – ovvero lavoratori precari, partite IVA, liberi professionisti, ristoratori, imprenditori, e altre categorie che hanno poche o nessuna garanzia di ricevere lo stipendio alla fine del mese. Un problema quello sollevato da Cacciari non tanto relativo alla emergenza sanitaria ma al rilancio del Paese e alla sua ripresa, a partire dall’uso dei miliardi in arrivo con il Recovery Fund, che, lo sa, “non basteranno a pagare tutte le casse integrazioni”. Si chiede quindi da dove il Governo prenderà i soldi, dove troverà le risorse necessarie.

E sui fondi europei, è stato raggiunto un accordo preliminare sul meccanismo dello stato di diritto relativo al pacchetto economico di rilancio. Pacchetto che comprende il Bilancio europeo ma anche il Recovery fund. L’intesa, raggiunta dal Parlamento europeo e dalla presidenza del consiglio della Ue, è stata annunciata dal portavoce tedesco Sebastian Fischer:Fumata bianca. Svolta al trilogo sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Un accordo preliminare è un passo avanti importante per l’Ue e la pietra miliare più importante nei negoziati in corso sul pacchetto del bilancio Ue”. Sono state le parole di Fischer, che ha evidenziato la necessità di ottenere ora l’approvazione finale da parte delle due istituzioni.

Il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni è inoltre tornato sul tema dei tempi di erogazione dei fondi, e sulla necessità di iniziare a erogare velocemente i 200 miliardi per l’Italia, cifra divisa in sussidi e prestiti. Gentiloni, in occasione della presentazione delle nuove proiezioni della Commissione Europea, si è auspicato che i primi aiuti arrivino il prima possibile. “Nelle ultime settimane siamo di fronte alla recrudescenza della pandemia e sono state adottate nuove misure di contenimento, ha detto il Commissario, ricordando che il “rimbalzo è stato interrotto. La crescita è destinata a fermarsi nel quarto trimestre, e riprenderà a salire a partire dal primo trimestre del 2021”, ha affermato concluso Gentiloni.

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