Sospensioni per medici e infermieri contrari al vaccino. E alcuni ospedali rischiano di restare vuoti

Al via in tutta Italia le sospensioni per i medici e gli infermieri che rifiutano il vaccino anti Covid. Il rischio, tuttavia, è di avere carenza di personale negli ospedali.

Getty Immages/Pierre Philippe Marcou

Il tempo delle attese è finito: in tutta Italia si è dato ufficialmente il via alle sospensioni per i sanitari e i medici senza vaccino.  In queste ore si sta moltiplicando il numero degli operatori no vax sospesi dalle strutture in cui lavorano perché hanno rifiutato la vaccinazione anti Covid senza una motivazione valida. Nelle scorse ore , addirittura, un’operatrice sanitaria è stata prelevata e portata via dai Carabinieri. Nessuna possibilità di accesso a lavoro e nessuna retribuzione. In rari casi si parla di ricollocamento in mansioni che non prevedono il contatto con il pubblico. In Sardegna sono partite le prime 57 lettere ma si è stimato che tra il personale che opera nelle strutture pubbliche e private accreditate, sono oltre 700 i lavoratori che ancora non hanno ricevuto nemmeno una dose. Alcuni hanno presentato una certificazione sanitaria che li renderebbe esenti dall’obbligo, certificazione che dovrà essere sottoposta al vaglio di apposite commissioni.  Altri, invece, si sono rifiutati di ritirare la raccomandata.

Anche in Liguria sono scattati i primi 71 richiami di cui 34 all’ospedale San Martino di Genova, dove lavora il professor Matteo Bassetti. Numeri simili a quelli registrati nella sola Ulss 3 del Veneto, dell’area di Venezia. Sono 40 i sanitari sospesi nelle ultime ore, a cui si aggiungono i 30 sollevati dal servizio nei giorni scorsi. E non si esclude che tra i “no vax” più convinti ci possano essere anche medici di base Secondo i numeri stimati  nella regione guidata da Luca Zaia, resterebbero da vaccinare ancora 4950 dipendenti del Sistema sanitario regionale. Il problema, a questo punto, sarà far fronte ad eventuali carenze di personale sia negli ospedali sia tra i medici di base. Se nonostante le sospensioni, medici e sanitari resteranno fermi sulle loro posizioni a pagare il prezzo più alto saranno i pazienti. La speranza dei direttori sanitari – e naturalmente del Governo – è che dopo le lettere di sospensione in molti cambino idea, come avvenuto nell’Ats Città metropolitana di Milano dove a fine luglio erano state inviate diverse raccomandate. E ora fioccano le lettere di riammissione: In molti quindi hanno fatto marcia indietro di fronte alla sospensione dello stipendio. Forse inizialmente pensavano che non si arrivasse davvero fino al provvedimento o contavano sull’inerzia. Ma quando ricevono la lettera che comunica loro che devono stare a casa senza stipendio, molti vanno a farlo il vaccino”–  hanno comunicato dall’Ats di Milano.
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