Brunico, ragazzo ucciso dal vicino in modo brutale, aveva solo 21 anni. E in casa trovano ossa di animali

Non c’è apparente spiegazione per il brutale omicidio di Brunico: un ragazzo di nome Maxim Zanella è stato ucciso a coltellate e sembra che conoscesse il killer.

Maxim Zanella 29 luglio 2021 leggilo.org

Un brutale omicidio quello avvenuto a Brunico nel Trentino Alto Adige, teatro alcuni mesi fa di un altro delitto efferato avvenuto però in un nucleo familiare: nel caso di Maxim Zanella invece, 30enne di origini russe ma cresciuto in Italia, sembra molto difficile trovare un movente che può aver spinto il suo killer ad attaccarlo con un coltello, sferrandogli una serie di fendenti. Sarebbe stato il 21enne Oskar Kozowlski – un conoscente della vittima – ad arrivare al gesto estremo in seguito forse ad una lite. Ma al momento, gli agenti brancolano nel buio. Tutto ciò che si sa è che il giovane polacco impiegato in un colorificio si è presentato al comando dei Carabinieri, ammettendo di aver assassinato Maxim: l’omicidio di Brunico resta però al momento irrisolto, anche secondo i genitori del 30enne.

“Per ora attendiamo le indagini. Quello che so con certezza è che ho perso un figlio“, ha detto tra le lacrime il padre di Maxim. L’uomo, ricordando il figlio come un ragazzo d’oro che non aveva mai causato problemi a nessuno, ha detto che per ora le indagini non hanno portato alla luce nessun elemento chiave e che l’assassino non ha ancora parlato di un movente. Forse – ipotizzano gli agenti – tutto sarebbe nato da una lite: alla base di questa teoria, il fatto che l’omicida si sia presentato in pronto soccorso per alcune lesioni compatibili con una furiosa scazzottata. Un altro elemento che ha attirato l’attenzione degli inquirenti è il ritrovamento di alcune ossa di animale nella casa del ragazzo: “Tempo fa nel suo girovagare nei boschi le aveva trovate e me le aveva mandate anche in foto sul cellulare per chiedermi di che animale fossero”, ha raccontato il padre. La Procura ha avanzato anche l’ipotesi di un rituale satanico ma l’unica debole prova a supporto di questa tesi è un tatuaggio di origine satanista sul braccio dell’assassino.

 

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