“Le nuove varianti stanno nascendo sotto la pressione degli anticorpi indotti dai vaccini”

Le varianti del Covid non si fermeranno tanto presto, il virus continuerà a mutare ancora a lungo a detta di un famoso esperto. E, in tutto questo, i vaccini potrebbero non giocare a nostro favore.

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Getty Immages/Alberto Pizzoli

Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali sono saliti di 1010 unità e portano il totale a 4.265.714. Da ieri 14 morti che fanno salire le vittime a 127.718 e 1735 guariti che raggiungono quota 4.096.156. Totale persone vaccinate: 21.593.307.

I casi attualmente positivi scendono a 41.840, -739 rispetto a ieri. I ricoverati sono 1234, -37 mentre in terapia intensiva 180 assistiti, -7 da ieri.

Covid: i vaccini stimolano le mutazioni?

Nonostante il drastico calo del numero di decessi e ricoveri legati al Covid, ciò che ora sta allarmando i medici e i politici è la variante Delta, o variante indiana. Essa sembra non rispondere positivamente ai vaccini: infatti, la scorsa settimana, si è registrata la prima vittima italiana, un uomo a cui erano già state iniettate entrambe le dosi del siero di Moderna. E anche in Inghilterra, su 42 morti di variante Delta, 12 avevano ricevuto la doppia dose di vaccino. Ma la variante Delta non sarà l’ultima con cui dovremo combattere. Lo ha spiegato il dottor Francesco Broccolo, virologo dell’Università di Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano. Lo scienziato – intervistato dall’Ansa – ha argomentato: “Il virus SarsCV2 sta mutando continuamente: le nuove varianti si stanno formando durante tempeste di infezioni incontrollate. Una deriva del virus dovuta a continue mutazioni, come quella finora osservata nei virus dell’influenza, che ogni anno richiedono vaccini basati su una composizione diversa. Le nuove varianti sono ormai continue: l’alfabeto greco potrebbe non bastare per elencarle tutte”.

Ma come mai queste continue mutazioni e a questa velocità? Il virologo spiega che, paradossalmente, i vaccini – per quanto necessari – potrebbero, in un certo senso, non giocare esattamente a nostro favore. I vaccini, inducendo la produzione di anticorpi, spingono il virus a generare varianti sempre più aggressive e resistenti: “Le nuove varianti stiano nascendo sotto la pressione selettiva esercitata dagli anticorpi maturati nei soggetti che hanno avuto la malattia o che sono stati vaccinati” .

Una buona notizia, tuttavia, c’è. Dai risultati di una ricerca – pubblicata sulla rivista Immunity dal gruppo dell’Istituto nazionale giapponese per le malattie infettive guidato da Saya Moriyama – è emerso  che gli anticorpi neutralizzanti di chi ha avuto la malattia, anche se in numero ridotto, continuano a proteggere sia dall’infezione sia dalle nuove varianti. In pratica – ha puntualizzato il professor Francesco Broccolo – anche se la quantità degli anticorpi, dopo essere guariti, va via via scemando, la protezione continua e, anzi, migliora in quanto gli anticorpi, con il passare del tempo, migliorano qualitativamente e acquisiscono una plasticità che comprende le nuove varianti. Al momento però – ha precisato l’esperto – non sappiamo ancora se ciò vale anche per gli anticorpi indotti dai vaccini anti Covid.

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