Enrico Letta vuole più migranti per far ripartire il Paese “Ci serve manodopera”

Il Segretario del Partito Democratico Enrico Letta avanza una serie di proposte per il futuro del Paese: tra queste, l’ex Premier sottolinea la necessità di accogliere più migranti per garantire la presenza necessaria di manodopera al nostro sistema produttivo.

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Enrico Letta/Alex Wong/Getty Images

Accogliere più migranti per garantire la manodopera che il nostro sistema produttivo richiede. E’ questo il piano del segretario del Partito Democratico Enrico Letta, che dagli studi di Porta a Porta propone senza esitazioni il proprio piano per il futuro dell’Italia e torna a presentare il proprio punto di vista sull’immigrazione. Un piano che conta, in maniera consistente, anche sul contributo che possono dare persone provenienti da altri Paesi: “Sono determinato, sono tornato per fare le cose per bene, non per vivacchiare, per dare una risposta ai ragazzi che se ne andavano all’estero“, ha affermato l’ex Premier, prima di affondare sul tema migranti, uno dei più dibattuti nella larghissima maggioranza a sostegno del Governo Draghi: “In molti campi dobbiamo capire che probabilmente serve manodopera che viene dall’immigrazione. I giovani italiani sono pochissimi, il nostro sistema imprenditoriale ha bisogno di manodopera“, ha attaccato il segretario Dem. “Quindi, per motivi di tutti i tipi, dobbiamo concepire il nostro futuro con una maggiore capacità di accoglienza e integrazione“.

Tra le altre questioni affrontate nel corso dell’intervento televisivo da Letta, anche il discorso legato alle riaperture in sicurezza: “Devono essere irreversibili, dobbiamo essere tutti molto attenti“, ha spiegato. Netto il giudizio del segretario PD anche per quel che riguarda i ristori: “Ho l’impressione che ci sia una certa tendenza, forse, a non rendersi conto che bisogna uscire dalla logica del ristoro e a mettersi ad agire e a lavorare, a mettersi in azione“, ha affermato Letta, che ha poi difeso la proposta – avanzata nelle scorse settimane – di garantire una dote da 10 mila euro ai diciottenni attraverso i proventi di una tassa di successione sulle eredità più consistenti, ribadendo che “dobbiamo cambiare le cose affinché i giovani trovino in Italia le opportunità, cosa che fino ad ora non hanno trovato“.

Sull’ipotesi di una sua candidatura per uno dei seggi vacanti in Parlamento – uno a Siena e uno a Roma – Letta non esclude alcuna possibilità, pur rimandando il discorso: “Non ne stiamo parlando, è l’ultima delle cose, non è la prima priorità che metto. Ma è un’ipotesi. Soprattutto i senesi del Pd mi hanno cercato e vorrebbero che io andassi lì“. L’ex Presidente del Consiglio dice la sua anche sul futuro del Premier Mario Draghi – per il quale il segretario Dem non chiude all’ipotesi di diventare Capo dello Stato, “ma non se ne parla prima di Natale” – e sulle riforme, con l’urgenza di intervenire sia sul fisco che sulla giustizia in tempi brevi. Infine, una battuta sul blocco dei licenziamenti legato all’emergenza Covid: secondo Letta è necessario “uscire dal blocco dei licenziamenti generalizzato” per prendere la strada di una “selettività“.

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