AstraZeneca, nuovi casi di trombosi: tutti uomini e con più di 60 anni

Registrati nuovi casi di trombosi in Australia in seguito alla somministrazione del vaccino anti Covid di AstraZeneca. Il Paese, ora, punta su Moderna.

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Getty Immages/Mario Tama

Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 7567 unità e portano il totale a 4.146.722. Nelle ultime ventiquattro ore 182 morti che fanno salire le vittime a 123.927 e 13.782 guariti che raggiungono quota 3.683.189. Totale persone vaccinate: 8.079.257.

I casi attualmente positivi scendono a 339.606, – 6402 rispetto a ieri. I ricoverati sono 13.050, -558 mentre nelle terapie intensive 1860 assistiti, -33 da ieri.

AstraZeneca: altri casi di trombosi in Australia

Ad aprile l’Australia aveva deciso di sospendere la somministrazione del vaccino anti Covid di AstraZeneca per le persone con meno di 50 anni al fine di prevenire eventi tromboembolici. Per quanto le autorità del paese riconoscessero che i benefici apportati dal farmaco superassero i rischi, su consiglio di esperti avevano comunque preferito limitare il più possibile ogni eventualità di effetti collaterali. Ma ciò non è bastato. Infatti, a seguito dell’inoculazione del vaccino anglo svedese, si sono registrati nuovi casi di trombosi. A renderlo noto è stato l’ente regolatore dei farmaci Therapeutic Goods Administration -Tga – nel suo rapporto settimanale sulla sicurezza sanitaria.

I nuovi casi confermati di coagulo di sangue con conta delle piastrine bassa – noto con il nome di  trombosi con sindrome di trombocitopenia – si sono verificati in due uomini over 50: uno ha 59 anni e l’altro 75. Oltre a questi due casi confermati ve ne sono altri quattro sospetti che riguardano sempre uomini con età superiore ai sessant’anni. I quattro casi di trombosi che si ritengono probabilmente collegati ad AstraZeneca si sono registrati in soggetti maschili di 65,70 e 81 anni. Questi sette nuovi casi, pertanto, portano a quota 18 il numero di pazienti con trombosi in Australia a seguito dell’iniezione del vaccino di Oxford.

Il Paese, intanto, ha deciso di puntare sui vaccini anti Covid a mRNA e si è già assicurata la bellezza di 25 milioni di dosi del siero di Moderna dagli Stati Uniti. Non è ancora stato chiarito se si proseguirà anche con AstraZeneca oppure no. Nel nostro Paese – dove si sono registrate problematiche analoghe – l’Agenzia del Farmaco italiana, l’Aifa, aveva suggerito la somministrazione esclusivamente a persone con più di sessant’anni. Ma il Ministro della Salute Roberto Speranza in accordo con il generale Figliuolo hanno deciso di non seguire alla lettere le indicazioni degli scienziati e, previo consenso rafforzato, di procedere all’inoculazione di AstraZeneca anche in persone più giovani. In principio, in effetti, il vaccino anglo svedese era raccomandato solo per persone con meno di 55 anni poiché, nella fase tre della sperimentazione, solo l’8% dei soggetti a cui il farmaco è stato iniettato aveva più di 55 anni e solo il 4% aveva più di 65 anni.

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