Prendere l’aereo è un rischio cento volte superiore del vaccino AstraZeneca, dice Crisanti

Secondo il microbiologo Andrea Crisanti la decisione di bloccare Astrazeneca non è scientifica e deve ripartire il prima possibile la sua somministrazione.

astrazeneca
Getty Images / Antonio Masiello

Il professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti si è espresso in merito alla pericolosità o meno del vaccino Astrazeneca sostenendo che sia tra i più sicuri al mondo. Dati alla mani il professore ha sottolineato che su 35 milioni di persone che hanno ricevuto l’inoculazione del farmaco i casi avversi sono circa una sessantina – con una decina di decessi la proporzione è quindi, secondo Crisanti, di un caso avverso ogni 2 milioni e mezzo di somministrazioni, secondo il professore. Per contro, sottolinea Crisanti, la possibilità di avere complicazioni trombotiche prendendo un aereo è di circa 100 su un milione – considerando circa 200 milioni di persone che viaggiavano in aereo. Il rischio di avere trombosi prendendo un aereo sarebbe dunque di cento volte superiore rispetto alla somministrazione del vaccina e questa consapevolezza non ha mai scoraggiato nessuno a prendere l’aereo. “Leggetevi le statistiche” insiste Crisanti “il rischio di effetti trombotici per chi prende l’aereo è due su dieci milacirca cento volte superiore al rischio di fare il vaccino“.

Sottolineando quindi che il rischio è nettamente inferiore in merito alla somministrazione del vaccino ai microfoni di Sky Tg24 il docente di Microbiologia chiede che Astrazeneca sia ripristinato il prima possibile all’interno della campagna vaccinale. Se si sospende la sua somministrazione infatti la campagna potrebbe ritardare di circa un anno e mezzo con grossi rischi per tutta la popolazione. Secondo Crisanti la decisione di bloccare il vaccino non è basata su dati scientifici ma è meramente politica “rispondono alle sensibilità, le percezioni e i sentimenti dei loro elettori” ribadendo che alcuni paesi come Germania, Paesi Bassi ed USA abbiano dei contenziosi storici sui vaccini.

L’Italia potrebbe non avere gli stessi contenziosi ma le decisioni politiche intorno alla campagna vaccinale non stanno sicuramente aiutando la diminuizione dei decessi nel nostro paese. La priorità avrebbe infatti dovuto essere delle categorie più fragili e vulnerabili ma si è voluto privilegiare le categorie con meno rischio ed in merito ai 400 morti al giorni di queste settimane Crisante avverte “Se invece di fare avvocati e amici avessimo fatto le persone giuste, probabilmente avremmo avuto meno decessi”. Una scelta politica che ha ripercussioni anche sulle terapie intensive, i livelli di occupazione di queste nei prossimi giorni ci daranno infatti un quadro più completo per poter ipotizzare alcune riaperture il 20 aprile.

Ed in merito alla scuola Andrea Crisanti chiude la riflessione sulla totale incapacità di gestire ed affrontare il problema “Il problema non è fare i test a tutti, il problema è capire che cosa succede in una scuola.” Evidenziando che più che la scuola in sè il rischio riguarda la pendolarità e la densità di questi spostamenti ma, al momento, non è stata effettuata nessuna analisi chiara per capire dov’è il rischio nella filiera dei trasporti. Tanti sono quindi gli elementi ancora da valutare e tenere sotto controllo prima dell’estate, unica tenue speranza per una riapertura ‘a lunga durata’. Su Astrazeneca si aspettano a breve le decisioni governative, e  speriamo non siano politiche.

 

Impostazioni privacy