Covid, 529 decessi in 24 ore 16.017 nuovi casi. “Spalmiamo i morti”: dati falsi in Sicilia per non finire in zona rossa

Indagate 7 persone che, per non far finire la Regione in zona rossa, avrebbero comunicato in modo inesatto i dati dei casi e dei decessi legati al Covid.

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Getty Immages/Gabriel Kuchta

Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 16.017 unità e portano il totale a 3.561.012. Nelle ultime ventiquattro ore 529 morti che fanno salire le vittime a 108.879 e 18.687 guariti che raggiungono quota 2.889.301. Totale persone vaccinate: 3.037.122.

I casi attualmente positivi scendono a 562.832, – 3161 rispetto a ieri. I pazienti ricoverati sono 29.231, +68 mentre in terapia intensiva 3716 assistiti, – 5 da ieri.

Covid: in Sicilia “spalmavano” i morti

Spalmiamoli un poco…“. No, no si tratta di cibo. L’assessore alla Salute della Regione Sicilia, Ruggero Razza, nel rivolgersi  alla dirigente regionale del Dasoe Letizia Di Liberti, parlava dei decessi legati al Covid. Di Liberti era responsabile della comunicazione dei dati all’Istituto Superiore della Sanità e Razza le stava chiedendo di “spalmare i deceduti” su più giorni in modo da non far precipitare la Regione in zona rossa. Nelle intercettazioni si ascolta Razza che chiede a Di Liberti se i numeri sono reali o fasulli, e la dirigente risponde che il numero è reale ma è di tre giorni addietro. Al ché l’assessore la invita a spalmare i dati e non fornirli tutti assieme all’ISS. Di Liberti prosegue: “Ah, ok allora oggi gliene do uno e gli altri li spalmo in questi giorni, va bene, ok. Mentre quelli del San Marco, i 6 sono veri e pure gli altri 5 sono tutti di ieri… quelli di Ragusa, Ragusa 5! E questi 6 al San Marco sono di ieri.. perché ieri il San Marco ne aveva avuti ieri altri 5 del giorno prima, in pratica”.

Il tutto è partito dalla scoperta che in un laboratorio di Alcamo erano stati forniti dati falsati su decine di tamponi. Gli accertamenti dei pm hanno condotto fino alla porta dell’assessorato regionale alla Salute. Diverse intercettazioni confermerebbero l’alterazione dei dati inviati all’Istituto Superiore della Sanità: dal mese di novembre  2020 sarebbero circa 40 gli episodi di falso documentati. Già il 4 novembre – giorno nel quale la Sicilia passava dalla fascia gialla a quella arancione – in un messaggio audio su Whatsapp indirizzato ai funzionari responsabili della comunicazione dei dati all’Iss, il direttore generale del dipartimento Salute Mario La Rocca diceva: “Oggi faranno le valutazioni  e in funzione dei posti letto in terapia intensiva decideranno in quale fascia la Sicilia risiede“. Nella chat La Rocca con toni perentori incalzava: “Appena stasera ci chiudono, ognuno sarà responsabile di quello che la Sicilia subirà in termini di restrizioni”. L’ultimo episodio di presunta falsificazione dei numeri risale a pochi giorni fa, il 19 marzo 2021, giorno nel quale  Palermo e la provincia, in base ai dati ,sarebbero dovuti diventare  zona rossa. Ma Razza – messo al corrente della situazione epidemiologica da Di Liberti – non la istituì sostenendo che non ve ne fosse la necessità.

Ai domiciliari sono finiti la dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato Emilio Madonia.  Razza ha presentato le sue dimissioni al governatore regionale Nello Musumeci il quale, nonostante l’accaduto, ha riconfermato la sua piena fiducia nell’assessore: “Siamo stati noi a chiedere la zona rossa. Questa è una terra di giustizialisti: è una vergogna. Abbiamo visto quanti indagati poi sono usciti dalle inchieste. Ho fiducia in Razza, ed estrema fiducia nella magistratura: sono convinto che i fatti saranno chiariti”. E, tra i giustizialisti, forse il governatore siculo annovera anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Dopo aver deciso di costituirsi parte civile nel processo contro Matteo Salvini, ora il primo cittadino di Palermo ha deciso che il suo comune si costituirà parte civile anche in questa situazione.

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