Il Ministro Lamorgese promette restrizioni e controlli per Pasqua. E si lamenta per l’eccesso di sbarchi

In un’intervista  il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese parla della situazione attuale del paese e delle nuove restrizioni in vista delle feste di Pasqua.

Lamorgese migranti 27 marzo 2021 leggilo.org
Getty Images/Marco Di Lauro

Parla di una Pasqua all’insegna di controlli “Severi ma umani” il Ministro degli Interni Luciana Lamorgese, intervistata dal Resto del Carlino in merito alla situazione che l’Italia sta vivendo durante una crisi pandemia che “compie” un anno e che ancora sembra ben lontana dalla sua risoluzione: Gli italiani sono chiamati ad altri sacrifici dopo un anno di forti limitazioni non facile per le famiglie e le imprese”, aveva già preventivato il ministro il 13 marzo. Lamorgese torna a parlare della Pasqua lasciando ben poche illusioni su come si svolgerà la seconda ricorrenza di questo genere a porte chiuse: “C’è un senso di stanchezza diffuso, soprattutto i più giovani iniziano a sentire il peso di una situazione di incertezza generalizzata che si protrae da oltre un anno. Ma dobbiamo tutti stringere i denti“, torna ora a ripetere il politico. Ma il problema rischia di ingigantirsi.

Infatti è lo stesso ministro Lamorgese a riconoscere che non solo nel periodo della Pasqua ma in generale nell’ultimo anno la crisi economica portata dal Covid rischia di rafforzare la criminalità organizzata tramite la disperazione di tanti lavoratori del settore terziario ormai privi di aiuti – in forte ritardo – da mesi: “Ho attivato l’Organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio di infiltrazioni mafiose nell’economia, e ho chiesto alle prefetture di vigilare con attenzione sulle attività maggiormente esposte”, fa sapere il ministro. Il Governo insomma ha risposto alla situazione con maggiori controlliinvece che con un allentamento delle misure restrittive che viene chiesto a gran voce da molti lavoratori terziario.

Alcune riflessioni la titolare del Viminale le dedica alla questione dell’immigrazione: gli sbarchi – nonostante la situazione in Nord Africa si stia, secondo alcuni osservatori, stabilizzando – rimangono frequenti e addirittura più numerosi che nel 2020 con 6.000 persone già approdate in Italia da inizio 2021. Tra queste persone, 776 sono già state rimpatriate spesso verso la Tunisia, paese dove al momento non sembra ci sia un conflitto in atto, ma per Lamorgese non basta: “il principio di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità, e della necessità di istituire un meccanismo europeo gestito a livello centrale per facilitare i rimpatri su richiesta degli stati interessati”, le parole del ministro che torna a chiedere all’Europa un nuovo piano per la gestione del fenomeno migratorio basato su responsabilità e solidarietà verso i profughi che scappano da situazioni estremamente degradate. Lamorgese torna anche a richiamare al rispetto dei patti europei quei paesi che non sono stati particolarmente solidali con i migranti: “È necessario uno sforzo continuo per trovare il giusto punto di equilibrio tra il pilastro della responsabilità e quello della solidarietà nella gestione dei flussi dei migranti – e sottolinea come, a suo dire – l’autorevolezza di cui gode il presidente del Consiglio in tutte le sedi internazionali agevolerà questo difficile percorso”. Il Ministro ha voluto inoltre sottolineare che – nonostante le accuse ricevute di aver bloccato più imbarcazioni delle Ong del suo rivale politico Matteo Salvini – la permanenza delle navi cariche di migranti nei porti è a sua detta diminuita: Non è mai stato interdetto l’ingresso nelle acque territoriali alle navi che hanno effettuato soccorsi in mare «ed è sceso a 2,5 giorni il tempo medio che intercorre tra la prima richiesta di porto sicuro e l’assegnazione della destinazione”, replica il ministro alle accuse delle Ong.

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