Pace fiscale: saldo e stralcio e nuova rottamazione per le cartelle sotto i 5mila euro

Il Governo Draghi al lavoro sul nuovo Decreto Fiscale: sul tavolo saldo e stralcio e nuova rottamazione, oltre alla proroga delle scadenze per la rottamazione ter. 

Rottamazione-ter, Governo rinvia pagamenti a poche ore da scadenza
Mario Draghi/Sean Gallupp/Getty Images

Prima, un intervento dell’ultimo minuto finalizzato a fermare le rate della rottamazione-ter a poche ore dalla scadenza del primo marzo. Poi, nei prossimi giorni – dopo il giuramento dei sottosegretari, previsto proprio per lunedì – il varo di un decreto che dovrebbe introdurre significative novità in un periodo particolarmente complesso: dal saldo e stralcio delle cartelle fino a 5 mila euro e la rottamazione per le altre senza calcolare interessi e sanzioni, fino all’addio ai riferimenti ai codici ateco per ottenere i ristori. Sono questi i provvedimenti attualmente allo studio del Governo Draghi, che valuta l’opportunità di mettere in campo una nuova pace fiscale.

Certezze assolute ancora non ce ne sono, ma l’intenzione del Governo pare essere chiara: “saldo e stralcio” per le cartelle inferiori a 5 mila euro. Secondo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, l’opzione sarebbe sul tavolo dell’Esecutivo insieme ad altre proposte per permettere di regolarizzare le posizioni di chi è in condizioni di farlo e contemporaneamente assicurare risorse dovute alla riscossione.

Il progetto riguarderebbe le cartelle emesse dal 2015, ma le differenze rispetto al saldo e stralcio del 2018 non sono da sottovalutare: in questo caso, infatti, l’importo dei ruoli interessati dall’annullamento sarebbe decisamente superiore. Possibile, poi, che si proceda anche ad una nuova rottamazione – per le cifre superiori alla soglia di 5 mila euro – con una dilazione delle rate su due anni che escluderebbe il calcolo di interessi e sanzioni: da versare, quindi, ci sarebbe soltanto il valore della cartella. Una mossa che, oltre ad andare incontro alle problematiche di migliaia di contribuenti schiacciati dalle difficoltà derivanti dalla pandemia, semplificherebbe anche il lavoro dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, schiacciata da arretrati sulle cartelle per circa mille miliardi.

L’altra grande novità dovrebbe riguardare i ristori che, da punto di riferimento dell’Esecutivo di Giuseppe Conte, potrebbero sparire dal campo di azione del Governo Draghi. Il nuovo termine chiamato ad identificare gli indennizzi che spetteranno alle attività economiche danneggiate dalle chiusure anti-Covid potrebbe essere “sostegno“. Ma, al di là delle definizioni formali, a cambiare sarà il criterio operativo, che dovrebbe comportare un superamento del criterio attuale, legato ai codici ateco, per puntare direttamente sulle partite Iva: una scelta che allargherebbe la platea di beneficiari degli aiuti, includendo anche categorie di professionisti finora rimasti al di fuori di qualsiasi forma di sostegno. Anche i criteri che determinano la percentuale di ristoro potrebbero presto cambiare: probabile che si decida di scegliere come nuovo riferimento il calo di fatturato su base annuale del 2020 rispetto al 2019, abbandonando il riferimento, utilizzato finora, del mese di aprile.

Confermato, poi, il differimento della scadenza del 28 febbraio per i versamenti delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio: nella giornata di ieri, infatti, con una nota diramata dal Ministero dell’Economia, l’Esecutivo ha fatto sapere che “è in corso di redazione il provvedimento che differirà il termine del primo marzo 2021 per il pagamento delle rate della rottamazione-ter e del saldo e stralcio“. Il riferimento è alla sanatoria varata dal primo Governo Conte alla fine del 2018, i cui pagamenti erano iniziati nel 2019. Ma l’avvento della pandemia, ormai un anno fa, aveva portato ad uno stop generalizzato, voluto questa volta dal secondo Governo dell’avvocato. Il tema era rimasto in secondo piano, nelle ultime settimane, schiacciato da questioni più imponenti: su tutte la ripresa dell’invio di nuove cartelle e accertamenti fiscali – per un totale di 50 milioni di missive – e il programma di riforma del fisco cui il Premier Mario Draghi ha annunciato di volersi dedicare. Ora, la nota diramata dal Mef interviene appena in tempo per scongiurare problemi e polemiche future.

 

 

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