Chiara Ferragni nei guai: “Ha copiato un noto marchio e deve risarcire”

Guai in vista per la bellissima Chiara Ferragni che dovrà risarcire un nota azienda per aver copiato un modello di doposci

chiara ferragni

A poche settimana dalla nascita della sua bambina, per Chiara Ferragni non arrivano buone notizie. La modella ed imprenditrice italiana è stata accusata da una nota azienda di aver copiato gli iconici Mood Boot, famosi doposci nati negli anni 60. A quanto pare, la giovane dovrà pagare un pesante risarcimento all’impresa senza contare il costoso processo. Un processo che va avanti da diversi anni e che solo ora ha trovato una sentenza e non a suo favore. Ma andiamo a vedere i dettagli di cosa è successo.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Chiara Ferragni ✨ (@chiaraferragni)


Chiara Ferragni a processo per aver copiato

Chiara Ferragni, come ha deciso il Tribunale di Milano oltre a risarcire l’azienda per il prodotto copiato dovrà anche ritirare dal mercato i famosi doposci. L’influencer dovrà risarcire il danno alla nota azienda di Treviso “Il Gruppo Tecnica di Giavera di Montello”.

Il prodotto lanciato dalla Ferragni si chiama Snoow Boots e la somiglianza con i Mood Boot era troppa da far passare la cosa indifferente. Ricordiamo che questa è una battaglia che va avanti da anni e solo oggi è arrivata la sentenza.

Circa tre anni fa, le società che gestiscono i brand della Ferragni si erano impegnati con un patto a non copiare più il modello sopra citato ma a quanto pare le cose non sono andate così e i giudici milanesi sono andati avanti con il processo…

La sentenza contro l’infuencer

Un duro colpo per Chiara Ferragni che ora oltre a ritirare dal mercato il suo prodotto dovrà anche risarcire la nota azienda. Diversamente, invece, è il risultato per la Tecnico Group. Sia il proprietario Alberto Zanatta che il figlio Giancarlo si sono detti molto soddisfatti del risultato ottenuto, nonostante sia passato diverso tempo.

La prima sentenza risale al 2016 e dopo due ora è improbabile che il giudice decida diversamente. I due amministratori hanno affermato che continueranno a lottare contro chi si permette di fare concorrenza sleale, come accade spesso dalla Francia e Germania.

Gestione cookie