M5s prossimi alla rottura, i “puri” mandano a quel paese Draghi: erano meglio Conte e Ciampolillo

I Cinque Stelle lanciano il V-Day, un’iniziativa online in cui gli elettori voteranno sulla Piattaforma Rousseau il Governo Draghi. Screzi tra Beppe Grillo e i vertici 5S.

Hannelore Foerster/Getty Images

Non si placa la crisi intestina del Movimento Cinque Stelle: i senatori “ribelli” hanno infatti alzato la posta e lanciato l’iniziativa V-Day contro Mario Draghi, chiamata sicuramente non per una coincidenza con lo stesso nome che la stampa ha affibbiato alla campagna di vaccinazione contro il Coronavirus: questa sera attorno alle ore 21:00, sulla piattaforma online Zoom, i senatori orientati verso il no a Draghi – capeggiati e rappresentati da Barbara Lezzi – si riuniranno virtualmente, invitando secondo quanto si legge sul voucher dell’evento intellettuali ed esperti per elencare le ragioni per cui un Governo Draghi sarebbe inaccettabile. La ragione principale comunque rimane ideologica: “Il Movimento non può accettare di condividere il governo con Lega e, ancora di più, con Silvio Berlusconi. Un governo in cui, se allargato a quasi tutta la destra, non saremmo ago della bilancia, non avremmo la maggioranza relativa” dicono i dissidenti. La preoccupazione – più che di natura puramente politica – sembra fondata sulla paura che i Cinque Stelle perdano potere all’interno dell’esecutivo dopo aver governato come principali alleati di Conte fino ad ora.

E a scongiurare il V-Day contro Draghi non sono servite ne le parole del leader ideologico dei Cinque Stelle Beppe Grillo – che aveva invitato i compagni di partito a prendere tempo e a riflettere – ne l’intervento dell’ex premier Giuseppe Conte che aveva parlato di: “Enorme responsabilità verso il paese”, chiamandosi fuori dall’esecutivo ma invitando gli ex alleati di Governo a prendere parte alla coalizione di Draghi anche a costo di allearsi con un rivale politico come Silvio Berlusconi. Perfino il PD ha cercato di calmare gli animi, invitando i Cinque Stelle oppositori di Draghi – una cinquantina di senatori – a ragionare sulle parole del Presidente della Repubblica che ha chiesto unità. Lo stesso Beppe Grillo ha preso molto male la decisione – apparentemente presa a sua insaputa – di indire una votazione sulla Piattaforma Rousseau nei prossimi giorni che permetterà agli elettori Cinque Stelle di esprimere la loro opinione sul Governo Draghi. A lanciare l’iniziativa sarebbero stati il leader pentastellato Vito Crimi ed il figlio del co-fondatore del partito Davide Casaleggio: Luigi Di Maio si è invece chiamato fuori, sostenendo di non avere nulla a che fare con l’iniziativa che ha turbato Grillo.

Le consultazioni hanno dato perlopiù responso positivo sia in partiti schierati a Sinistra che a Destra, con poche eccezioni: la posizione dei Cinque Stelle, alla luce di quanto sta accadendo e di quanto accadrà nelle prossime ore, resta molto complicata da analizzare: se lo stesso Grillo non è riuscito a riportare sotto una linea comune il suo vecchio partito, appare molto improbabile che gli altri leader pentastellati riusciranno a trovare rapidamente una linea comune: a questo punto, la consultazione sulla Piattaforma Rousseau diventa estremamente importante per il partito che deve prendere una posizione in maniera compatta il prima possibile.

 

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