M5s, dal no all’euro al sì a Draghi “Siamo l’essenza del cambiamento”, dice Di Maio

Oggi il Movimento 5 Stelle, rappresentato da Beppe Grillo, darà la propria disponibilità a sostenere Mario Draghi nella formazione del nuovo Governo. Una scelta che chiude il cerchio della metamorfosi grillina: da forza anti-euro a perno di un Esecutivo istituzionale.

Il Movimento dal no all'euro al Governo Draghi
Luigi Di Maio/Andreas Solaro, Getty Images

Una decisione difficile, presa per il bene del Paese. E’ questa la chiave interpretativa che l’ex capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, intervistato da La Stampa, propone per la decisione grillina di dare la propria disponibilità a sostenere Mario Draghi nella formazione di un Governo istituzionale. Nessuna contraddizione, nessun calcolo di convenienza, solo “maturità e responsabilità istituzionale perché lo dobbiamo al capo dello Stato ma soprattutto al Paese, che sta vivendo uno dei momenti più drammatici della sua storia recente“, spiega Di Maio, che sottolinea come in questa fase, tra “la pandemia, il Recovery in arrivo, la coesione europea da preservare, il comparto produttivo in attesa di risposte” il Paese attenda risposte nette. “In ballo c’è il futuro di tutti“, asserisce.

Quel che è certo è che la scelta di appoggiare l’ex presidente della Bce è una decisione che porta il Movimento da tutt’altra parte rispetto alle proprie premesse e alle proprie origini. E così, mentre Alessandro Di Battista continua a definire Mario Draghi “apostolo delle élite” e vede in lui il simbolo di ciò che il Movimento dovrebbe combattere, Di Maio parla del Premier incaricato come di un “profilo prestigioso, tra l’altro ha una prospettiva economica diversa da quella di Monti. Abbiamo detto che lo ascolteremo, è giusto farlo. E lo faremo partendo dai temi“. Se necessario, anche con un coinvolgimento degli iscritti attraverso Rousseau, spiega Di Maio, che poi minimizza le tensioni con Dibba:  “Alessandro non va convinto di nulla, esprime le sue idee liberamente e fa bene a farlo“, dice l’ex capo politico, pur ammettendo di “non essere d’accordo” con la definizione polemica che lo stesso Di Battista dà di Draghi.

Un passaggio che potrebbe evidenziare, una volta di più, quanto le diverse anime del Movimento siano sul punto di far saltare il tappo di una forza politica che, negli ultimi due anni e mezzo, ha faticato a mantenere compattezza durante una metamorfosi che l’ha portata dall’essere una forza con pretese anti-sistema e anti-euro alle consultazioni di oggi, in cui dichiarerà il proprio sostegno all’ex presidente della Bce. Un percorso che, nelle dichiarazioni di Di Maio, appare come perfettamente lineare: “Non possiamo nasconderci dietro ai pregiudizi o rinchiuderci nell’ipocrisia. Il M5S ha intrapreso un percorso di maturità, sta acquisendo a mio avviso una nuova credibilità e non deve aver paura dei cambiamenti“, minimizza il Ministro degli Esteri uscente. “Siamo noi stessi l’essenza del cambiamento, abbiamo stravolto lo scacchiere politico degli ultimi dieci anni, ora abbiamo una grande responsabilità. Ascoltare per difendere ciò in cui si crede non significa vendersi o compromettersi, significa usare la testa e riflettere“.

Intanto, la squadra di Governo non c’è, e il profilo del nuovo Esecutivo potrebbe essere una sorta di ibrido tra tecnico e politico. Un tema su cui il Movimento insiste con forza: “Abbiamo ribadito più volte la necessità di un governo politico, le regole della democrazia sono chiare, le forze politiche in Parlamento sono espressione della volontà popolare“, dice Di Maio, che dopo una fiacca difesa del Reddito di Cittadinanza“Mi faccia dire che è proprio grazie al reddito che durante la pandemia oltre tre milioni di persone sono riuscite ad andare avanti“, afferma – mette in cima alla propria lista di priorità l’intensificazione della campagna vaccinale.

L’ingresso nella nuova Maggioranza rappresenta un passaggio delicatissimo per il Movimento, pronto a far cadere anche l’ultimo dei propri veti: quello che riguardava la possibilità di governare con Forza Italia. Un’ipotesi che Di Maio nega ancora oggi, nonostante i fatti sembrino andare in direzione opposta: “Ho già detto di no una volta. E’ agli atti. Malgrado ciò non le nego che con alcuni esponenti di Forza Italia ho rapporti cordiali e costruttivi. Ci sono le idee politiche ma, fortunatamente, anche i valori umani“.

 

 

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