Il M5s giura fedeltà a Giuseppe Conte e Zingaretti vuole continuare con Grillo

Non tutti approvano la scelta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricaduta sull’ex presidente della Bce Mario Draghi. La ex Maggioranza giallorossa già scissa prima ancora di ripartire.

Getty Images/Andreas Solaro

Il capo dello Stato ha fatto la sua scelta: dopo un mandato esplorativo al pentastellato Roberto Fico che non ha portato ai risultati attesi, Mattarella ha chiuso le porte ad un Conte ter a favore di un Governo tecnico. L’egida di questo difficile compito spetta all’ex presidente della Bce, Mario Draghi a cui l’ex premier Giuseppe Conte lascia in eredità un Paese in piena emergenza sanitaria ed economica, dove nell’ultimo anno sono “deceduti” 50 posti di lavoro ogni ora. Ma la figura di Mario Draghi sta già creando forti tensioni all’interno del Movimento Cinque Stelle. Il leader del Movimento, Vito Crimi, è stato chiaro nel dettare la linea del partito: restare fedeli a Giuseppe Conte: “Qualcuno ha deciso di anteporre i propri interessi, la ricerca delle poltrone, a quelli dei cittadini. Il capo dello Stato ha dovuto dunque prendere atto della situazione e intraprendere la strada più impervia, quella di un Governo tecnico. Una tale tipologia di Esecutivi è già stata adottata in passato, con conseguenze estremamente negative per i cittadini italiani. Il Movimento 5 Stelle, già durante le consultazioni, aveva rappresentato che l’unico Governo possibile sarebbe stato un governo politico. Pertanto non voterà per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi” – le parole del reggente pentastellato. Parole non condivise da tutti i grillini. Draghi, insomma, sta ricreando la situazione di Matteo Renzi: il Movimento si scinde ancora tra chi abbozza un “sì” e l’ala rigorista che grida “no, mai”.

L’approvazione della linea di Crimi può, tuttavia, contare sul pieno sostegno del co-fondatore del Movimento: Beppe Grillo che, nonostante il suo annuncio di qualche mese fa di voler lasciare la politica, non si tira indietro nel momento in cui si tratta di giurare, ancora una volta, fedeltà all’avvocato leccese. Restare compatti e leali a Conte, no a un governo tecnico guidato da Draghi: nessun sostegno all’ex numero 1 della Bce. Questa la posizione di Beppe Grillo che ha approvato la linea indicata da Crimi e ha raccomandato ai suoi di continuare a sostenere Conte.

Ma questa ostinazione a dire di no – prima ad un eventuale ritorno di Matteo Renzi in Maggioranza e ora a Mario Draghi – rischia di compromettere anche l’alleanza con il PD. Il segretario Dem Nicola Zingaretti, nonostante le aperture a Draghi, continua a progettare un futuro giallorosso insieme ai Cinque Stelle “Dobbiamo fare di tutto per non liquidare il patrimonio unitario di questi mesi, che era il vero obiettivo di Italia viva, colpire questo patrimonio di PD, M5s, Leu e la rete di civismo e associazioni che il Pd ha ricostruito e che è l’unica vera alternativa alla destra sovranista” ha detto il segretario Dem in un intervento a Radio Immagina. “Dobbiamo fare di tutto per non buttare a mare questo patrimonio importante, una prospettiva politica da tutelare”.

 

 

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