Per rimanere al Governo Conte punta sui senatori a vita: Liliana Segre pronta a dire sì

Mentre la Senatrice a vita Liliana Segre esprime la propria “indignazione” per la crisi di Governo e annuncia il suo sì alla fiducia, la Maggioranza rimane appesa a un filo. 

Pur di rimanere al Governo Conte punta sui Senatori a vita
Giorgio Napolitano/Andreas Solaro, Getty Images

Non partecipa ai lavori di Palazzo Madama da molti mesi, la Senatrice a vita Liliana Segre. Ma oggi è in viaggio verso Roma, perché l’appuntamento con il voto di fiducia sul Governo di domani non vuole perderselo. “Alla mia età sono un soggetto a rischio e i medici mi avevano caldamente consigliato di evitare“, spiega a Il Fatto Quotidiano per chiarire le ragioni della sua lunga assenza, ma alla votazione di domani ha deciso di partecipare “per fare il mio dovere“. Anche a costo di rivedere i propri piani iniziali, che prevedevano di ricominciare le trasferte verso la Capitale soltanto una volta effettuato il vaccino anti-Covid: “di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile“, spiega la Senatrice a vita. “Ho deciso di dare la mia fiducia al Governo. Questa crisi politica improvvisa l’ho trovata del tutto incomprensibile”.

E se, dice ancora Segre, la prima impressione è stata quella di essere l’unica a percepire come sbagliata la decisione di aprire la crisi, anche per via di una buona dose di “ingenuità politica” che la Senatrice si attribuisce, con il passare dei giorni “ho visto che quasi tutti, sia in Italia che all’estero, sono interdetti, increduli, spesso disgustati“. Parole molto nette che contestano fortemente la strategia adottata dal leader di Italia Viva Matteo Renzi nelle ultime settimane: un atteggiamento che ha innescato in Segre un forte sentimento di indignazione: “Non riesco ad accettare che in un tempo così difficile, in cui milioni di italiani stanno facendo enormi sacrifici e guardano con angoscia al futuro, vi siano esponenti politici che non riescono a fare il piccolo sacrificio di mettere un freno a quello che Guicciardini chiamava il particulare“, rincara.

Nonostante il contributo di Segre ed altri Senatori a vitaMario Monti ed Elena Cattaneo domani saranno in aula, meno certa la presenza invece di Renzo Piano, Carlo Rubbia  e Giorgio Napolitano – i numeri di Palazzo Madama rimangono incerti per Conte, che si trova ora a dover dipendere anche dai loro sì. Una situazione probabilmente senza precedenti, che descrive perfettamente la fragilità di una Maggioranza che, dopo un anno e mezzo di fibrillazioni e tensioni interne, è implosa proprio alla vigilia dell’arrivo dei primi fondi europei legati al piano di rilancio Next Generation EU. Lo spettro delle elezioni anticipate – sventolato a più riprese dalle forze politiche di Maggioranza contro Matteo Renzi per tentare di far desistere il senatore fiorentino dalla volontà di aprire la crisi – rimane una prospettiva cui nessuna delle forze politiche al Governo vuole andare incontro: i sondaggi raccontano di un Centrodestra nettamente in vantaggio, e cedere il passo con tanti soldi in ballo – e con l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica che si avvicina – spaventa non poco la Maggioranza. Che è pronta, quindi, pur di continuare ad esistere, a tirare avanti sul filo dei voti, con l’aiuto di nuovi responsabili e, all’occorrenza, anche dei Senatori a Vita.

 

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